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Storie Sudamericane – Independiente del Valle-Flamengo 2-2: finisce in parità la finale d’andata della Recopa

Nel settimo appuntamento di Storie Sudamericane si parla della finale di Recopa disputata stanotte

Una delle partite più interessanti della stagione calcistica è la finale di una qualunque Supercoppa. Che sia nazionale o internazionale, si dà la possibilità ai tifosi delle due squadre impegnate di vivere un momento di esaltazione e allo stesso tempo di ambire al titolo di Super-Campioni. In tutti i campionati nazionali si disputa la partita -prima dell’inizio della nuova stagione o a stagione in corso- tra la vincente del campionato e quella della coppa nazionale. Chiaramente, la squadra che ha alzato il titolo è quasi sempre più forte di quella che ha alzato la coppa, ma in una partita secca non esistono favoritissimi e spesso può capitare che i più deboli trionfino contro i più forti. In campo internazionale, è la stessa cosa: volendo fare un discorso meramente rivolto alla stragrande maggioranza dei lettori, la vincente della Champions League è molto più forte di quella dell’Europa League ed è così in ogni continente, anche in Sudamerica. La Copa Libertadores la giocano i migliori club, mentre la Copa Sudamericana è l’equivalente dell’Europa League europea. Capita, non poche volte, che nella Sudamericana si facciano delle scoperte non indifferenti, o che serva come trampolino di lancio verso un qualcosa di più grande.

E’ il caso, per esempio, di Ezequiel Barco: ha alzato la Copa Sudamericana a soli 18 anni con la maglia dell’Independiente, battendo in finale il Flamengo e si è guadagnato la chiamata di qualche club europeo -come l’Arsenal-, ma alla fine ha optato per l’Atlanta United, con l’MLS sempre ben attenta a non farsi scappare questi giovani talenti e loro sempre pronti ad accettare le ricche offerte dei club nordamericani. Un esempio di trampolino di lancio verso qualcosa di più grande è il River Plate, che ha alzato ogni trofeo possibile da quando Marcelo Gallardo è arrivato sulla panchina del Más Grande, tranne il Mondiale per Club e la Superliga Argentina -almeno per ora- e ha conquistato anche la Recopa Sudamericana da detentore della Copa Sudamericana. Da sfavorito, insomma. Questo per dire che il divario tra chi gioca la Libertadores e chi l”Europa League del Sudamerica’ c’è, ma non è poi così ampio.

Nella notte, alle 02:30 ora italiana, si è giocata la finale d’andata di Recopa Sudamericana 2020 all’Estadio Olímpico Atahualpa di Quito. Le due squadre a confronto erano l’Independiente del Valle -vincitore della Copa Sudamericana- e il Flamengo -vincitore della Copa Libertadores. Il risultato è quello di un 2-2, frutto di un match molto piacevole da vedere, ma che chiaramente favorisce il Mengão in vista del ritorno al Maracanã. Gli ecuadoregni erano partiti bene con il vantaggio siglato da Jacob Murillo, che ha piegato le mani di Diego Alves con un’ottima punizione. Poi la qualità della squadra di Jorge Jesus è venuta inevitabilmente fuori ed è stato Bruno Henrique a segnare il gol del pareggio, poi successivamente infortunatosi. Pedro e Cristian Pellerano su calcio di rigore hanno poi fissato il punteggio sul 2-2, che in vista del ritorno del 27 febbraio favorisce chiaramente i brasiliani che avranno a disposizione anche Gabigol, assente ieri per una squalifica e sostituito da Diego Ribas, ex Juventus. L’ex campione Zico ha commentato così la sua squalifica: “Ha vinto la Libertadores, gli è stato concesso di giocare il Mondiale per Club ed ora, per questa squalifica, è costretto a saltare una partita in una nuova stagione? Avrebbe avuto molto più senso se l’avesse scontata al Mondiale per Club, invece ha giocato due partite. Non ha senso, non solo per il Flamengo“. E dopotutto è un ragionamento giusto: che senso ha far scontare la squalifica di un calciatore in un’altra competizione? Automaticamente si danneggia la squadra coinvolta e viene meno anche lo spettacolo.

Nico Bastone

 

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