La rivalità tra Boca Juniors e River Plate è difficile da spiegare. A Buenos Aires o sei del Boca o sei del River. Non esiste una via di mezzo. O sei con me, o sei contro di me. Vincere il Superclásico è una questione d’onore, perché il mondo degli Xeneizes e quello dei Millonarios sono lontani anni luce e solo chi è un vero fedele del fútbol può comprendere in minima parte cosa vuol dire questa inamicizia. Questa stagione le due squadre si stanno giocando a distanza il titolo della Superliga. Il River Plate ha tre punti di vantaggio sul Boca Juniors a due partite dalla fine del campionato. Nello scontro diretto, le due squadre non sono andate oltre lo 0-0. Chiaramente, le prossime due partite saranno decisive per capire se Marcelo Gallardo porterà al Monumental il primo campionato da quand’è seduto sulla panchina del River, unico titolo mancante -insieme al Mondiale per Club- di una bacheca stracolma di trofei. D’altra parte, il Boca vincendo il campionato metterebbe a segno un colpo non di poco valore ai fini della rivalità. E’ ancora fresco, infatti, il ricordo della Copa Libertadores persa 3-1 al Santago Bernabeu, dopo il 2-2 della Bombonera. Tuttavia, non avendo il destino nelle proprie mani, gli xeneizes dovranno sperare che le altre squadre della Superliga riescano a fermare il River Plate. E sabato i Millonarios dovranno affrontare il Defensa Y Justicia.
Il Defensa Y Justicia ha ingaggiato da poco Hernán Crespo come proprio allenatore per affrontare al meglio la Libertadores, nel quale farà il suo esordio la prossima settimana contro il Santos. Giustamente, Crespo vorrebbe applicare il turn-over contro il River, dando un po’ di riposo ai migliori giocatori. Una scelta legittima. Ma c’è un uomo che non è per niente d’accordo. Un uomo che vorrebbe che il Defensa mandi in campo i migliori giocatori sabato sera per battere il River e dare una chance al Boca Juniors -di cui è tifoso- di vincere il titolo. Si tratta di Christian Bragarnik, super-agente argentino. Bragarnik è molto vicino al Defensa, del quale è il “consigliere sportivo“. Un po’ come il rapporto tra Jorge Mendes e il Benfica, per intenderci.
E’ uno dei potenti del calcio sudamericano. Gestisce quindici allenatori e rappresenta più di cento calciatori, tra cui la star Darío Benedetto e Iván Marcone, centrocampista del Boca Juniors. Negli anni ha scalato i vertici del fútbol argentino e si è guadagnato la stima di Grondona. Ha un’amicizia profonda con Daniel Angelici, il presidente degli xeneizes ed è lui stesso proprietario dell’Elche, club spagnolo. Ai microfoni di Fox Sports, Bragarnik ha dichiarato: “La formazione la decide l’allenatore. E’ importante partire bene in Copa Libertadores, certo. Ma è altrettanto importante vincere contro il River per provare a qualificarsi di nuovo in una Copa“. Il presidente Diego Lemme ha invece rilasciato una dichiarazione che lascia poche interpretazioni: “Voglio vincere contro il Santos“. Sarà interessante capire cosa farà Crespo sabato sera: se agirà in modo indipendente e comunque conforme a ciò che vuole la società, oppure l’influenza di Christian Bragarnik condizionerà le sue scelte. Ciò che è sicuro è che le sue parole non sono per niente piaciute all’allenatore del Defensa.
Nico Bastone
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