“Giù al Sud”, è quella la definizione usata quando si parla di Calabria e Sicilia. Sarà la fame, la formazione calcistica compiuta in strada ma “giù al Sud” c’è una produzione continua di talenti. Del resto per esempio Berardi è nato a Cariati e ha recentemente trascinato la Nazionale Under 21 alla qualificazione all’Europeo di categoria. La sfida delle società del Sud è non farli scappare via verso le potenze del Nord o addirittura all’estero. La Reggina, con le difficoltà di una società di provincia, ci prova da molti anni con l’organizzazione, la fiducia nei giovani, la programmazione e il valore di un centro sportivo di proprietà come il Sant’Agata in cui far crescere complessivamente i propri ragazzi.
Recentemente Ador Gjuci, attaccante esterno classe ’98, ha debuttato in prima squadra nei minuti finali della vittoria contro il Cosenza al “Granillo”. Ciccio Cozza, allenatore della Reggina, ha aperto il portone del suo gruppo ai ragazzi più promettenti della Berretti di Giacomo Tedesco. Sono in tanti del gruppo ’97 e ’98 primo in classifica in compagnia del Lecce nel girone D a sperarci, tra questi sicuramente il centrocampista classe ’98 Davide Di Napoli. Ma chi è Di Napoli? Cresciuto a Napoli, nel quartiere Pianura, dà i suoi primi calci nella Pianurese che, però, fallisce e termina le attività. Di Napoli naturalmente non si ferma e s’iscrive alla scuola calcio Campanile nello stesso quartiere. Il suo nome finisce presto sul taccuino degli osservatori, Inter, Roma e Napoli sono le prime società a convocarlo per provini e raduni. La Reggina si muove, però, molto bene in Campania con gli osservatori Violante e Laiacona, quest’ultimo attualmente responsabile dell’attività di base del vivaio del club calabrese, e riesce a bloccare Di Napoli un anno prima del compimento dei quattordici anni d’età. Il presidente del Pirone Campanile mantiene la parola nonostante il forte interesse della Juventus e del Napoli, che stuzzica Davide, grande tifoso azzurro.
Di Napoli, però, si consulta con la sua famiglia e sulla sua fede calcistica prevalgono altre considerazioni: le maggiori possibilità di emergere in un club più piccolo e che storicamente punta sui giovani, le difficoltà del Napoli a concedergli il convitto, il desiderio di vivere un’esperienza di crescita lontano da casa.
Di Napoli ha iniziato il suo percorso al Sant’Agata dai Giovanissimi Regionali, categoria in cui ha giocato per pochi mesi, prima di mettersi in mostra nei Giovanissimi Nazionali. E’ la stagione in cui Di Napoli capisce che può giocarsela, che il calcio può diventare in futuro un lavoro più che una semplice passione. La Reggina arriva ai sedicesimi di finale dei play-off dove è eliminata dal Torino ma soprattutto arriva al secondo posto al memorial “Gusella” battendo anche Juventus e Lazio. Di Napoli segna tre gol, gioca da centrocampista più offensivo rispetto ad oggi. Il suo profilo è abbastanza duttile: Davide ha iniziato come seconda punta al “Campanile”, poi ha arretrato il suo raggio d’azione diventando adattabile per più posizioni della mediana. Davide, infatti, può giocare da mezzala, regista davanti alla difesa, interno di centrocampo o anche trequartista. S’ispira a Xabi Alonso e ad Inler, da cui cerca d’imparare la visione geometrica nella gestione del possesso palla, ma ricorda molto Baselli dell’Atalanta per le qualità tecniche e la capacità di proporsi anche in fase offensiva. Nel campionato Berretti la Reggina ha quindici punti su sei partite, l’unica sconfitta è arrivata a Matera e Di Napoli è uno dei punti fissi a centrocampo della squadra di Tedesco. E’ arrivato anche un gol contro il Cosenza e cerca di mettersi in mostra con la speranza di convincere Cozza a dargli un’opportunità. Intanto tra il Sant’Agata e il percorso di crescita in maglia amaranto, il sogno è una chiamata dal Napoli perché come tutti aspira a giocare nella sua squadra del cuore, ma nel caso questo desiderio non s’avveri è pronto a farsi spazio con la maglia della Reggina. Del resto al cuor non si comanda…
Ciro Troise per lagiovaneitalia.net
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