Un calcio irriconoscibile, ancora una volta messo sotto assedio da coloro che, dello spettacolo, dovrebbero essere gli ultimi fruitori. Non in Italia, dove fra Serie A, Serie B e Lega Pro, ad un passo dal termine dei campionati, si è scatenata una vera corsa al protagonismo. Striscioni, insulti, invasioni e perfino aggressioni. Nell’ultima settimana le società calcistiche italiano hanno dovuto rapportarsi in maniera diretta con quella frangia violenta e molto rumorosa del tifo: chiamata Ultras.
DA CAGLIARI A VARESE – Nelle 24 ore che vanno da venerdì a ieri è accaduto qualcosa di incredibile come riportato dal Corriere dello Sport: un assalto ultrà nel ritiro del Cagliari con insulti (e schiaffi) ai giocatori, su cui sta indagando la Digos di Cagliari; e poi un autentico arsenale da guerra ritrovato prima di Ternana-Perugia, il campo di Varese danneggiato nella notte da frange estreme del tifo, con pali della porta segati, zolle divelte e la partita con l’Avellino rinviata. Tutto questo dopo i giocatori della Roma convocati per una reprimenda sotto la Sud alla fine della gara persa 3-0 con la Fiorentina, che ha sancito l’eliminazione dalla Europa League; dopo gli striscioni nel corso di Roma-Napoli contro la mamma di Ciro Esposito; dopo l’interruzione dell’allenamento dell’Atalanta da parte degli ultrà bergamaschi per bacchettare la squadra. Sembra come se davvero certe frange violente del tifo stiano calcando la mano, forse per affermare un ruolo a chi vorrebbe limitarlo, fino ad annientarlo: per restituire gli stadi alle famiglie.
PER IL VIMINALE E’ EMERGENZA – “Quello della violenza negli stadi è un fenomeno che continua. Tanta strada è stata fatta ma c’è ancora da camminare – ha detto ieri il vice capo della Polizia Marangoni – I fatti di Cagliari sono gravi, i responsabili saranno perseguiti con la massima severità. Nessuno può permettersi di trasformare lo sport in una cosa triste e violenta”.
PUGNO DI FERRO E AIUTO DALLE SOCIETA’ – Già, ma cosa fare nel concreto? Il Viminale, continuando a calcare la strada della collaborazione che si esprime in prima battuta all’interno dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, tiene accesi i riflettori su questo spaccato complesso, quello dei rapporti tra i club e le frange estreme del tifo: che, ricordiamolo, non si ferma alla serie A, ma riguarda B, Lega Pro, Dilettanti, ma prosegue anche nei rapporti di sudditanza fra alcuni tesserati e gli stessi ultras. Anche la prossima settimana, nella consueta seduta dell’Osservatorio, le componenti torneranno a confrontarsi per trovare misure e strategie condivise. Ma la presa di distanza netta delle società rispetto agli ultrà violenti è un punto focale rispetto al quale non verranno fatti sconti. Si può discutere di striscioni, controlli, professionalizzazione degli steward, affinamento delle tecniche di controllo dei biglietti nominativi, sostegno da parte delle Questure ai club nel portare avanti quelle politiche ispirate ai rapporti giusti con la tifoseria anche più estrema: tutti passaggi necessari su cui continuare a lavorare e migliorare.
Fonte: Calciomercato.com
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