Su il sipario: e su quel palco del teatro Comunale di Dimaro, con seicento tifosi intorno, il «one man show» ch’è nelle corde d’un uomo di spettacolo, diviene un’ora di leggero intrattenimento, un dialogo serio e anche un po’ serioso che diviene un amabile contraddittorio oppure un monologo che sa d’atto d’accusa. Dite la vostra e avanti tutti, con argomenti pregnanti, con preoccupazioni da teneri amanti del calcio, con le paure magari d’un fanciullo: di qua la folla e di là, però senza steccato, Aurelio De Laurentiis, che arringa, placa, affabula e poi infiamma la gente, sedotta e però mai abbandonata nelle sue divagazioni e nelle proprie curiosità. Si parte da Cavani e si finisce su Mino Raiola: e nel mezzo d’una chiacchierata che ha il tono amicale d’un incontro al bar dello sport, però celebrato nella «maestosità» d’un teatro seppure piccolo, c’è il desiderio di rimuovere le incrostazioni su una serie di incomprensioni che rischiano di avvelenare vagamente il clima d’un Napoli che guarda oltre.
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