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Stile Campagnaro, Champions e addio

L'argentino vuole fino alla fine fare il professionista portando il Napoli in alto

Il calcio è un po’ come una lunga storia d’amore, c’è modo e modo di lasciarsi. Abbandonarsi al rancore, rinfacciarsi di tutto e di più. Oppure lasciarsi con stile, un ultimo viaggio insieme, un ultimo lento. O un ultimo sogno: quello del Napoli e di Hugo Campagnaro si chiama Champions, ci avevano preso troppo gusto un anno fa, fino alla notte di Stamford Bridge, per non morire dalla voglia di tornare nell’Europa più Europa che c’è. Da qualunque punto di vista la si guardi, quella di Campagnaro e del Napoli è una bella storia. E anche una lezione, una grande lezione, per il nostro calcio. Altri calciatori sarebbero con la testa già altrove e magari, anche inconsciamente, tirerebbero indietro la gamba, ma Campagnaro no. Altre società, di fronte a un “tradimento” così, avrebbero reagito diversamente, mettendo da parte il calciatore già promessosi ad altri, ma il Napoli no.

ESEMPIO – Leggiamo questa storia dal punto di vista di Campagnaro, intanto. Il difensore argentino, che all’ombra del Vesuvio è arrivato nell’estate del 2009, è all’ultimo anno di contratto con il Napoli. Con la società ha parlato di rinnovo nei mesi scorsi, non è arrivata l’intesa, ma i toni sono sempre rimasti pacati. Anche quando – le prime indiscrezioni del Corriere dello Sport-Stadio risalgono a quasi due mesi fa – era venuta fuori la storia dell’Inter. Che il difensore sia già promesso ai nerazzurri per la prossima stagione è un dato di fatto, l’ufficialità è solo rinviata nel tempo più che altro per cortesia. Campagnaro l’ha confermato sabato sera, felice per il gol ma consapevole che ha ancora una missione da compiere a Napoli: «Il futuro? L’impegno sarà sempre il massimo, lo garantisco».
PATTO – Questa storia va letta anche dal punto di vista del Napoli. Che avrebbe potuto scegliere una linea diversa con Campagnaro una volta appreso dell’accordo con l’Inter. Per esempio, avrebbe potuto fare di tutto per cederlo già a gennaio, anticipando la sua partenza per Milano trattando con l’Inter una contropartita tecnica, vedi l’argentino Silvestre, o un indennizzo tanto per non perdere Hugo a costo zero. Ancora, a mercato chiuso il Napoli avrebbe potuto ridefinire le gerarchie, dando più spazio da subito al nuovo acquisto Rolando, destinato a raccogliere l’eredità dell’argentino, centellinando l’impiego di Campagnaro da qui a giugno. Così non è stato e così non sarà: il difensore di Cordoba è più che mai un pilastro della linea a tre di Mazzarri e per ora il suo erede deve pazientare in panchina.
DECISIVO – La storia di Lazio-Napoli insegna che Campagnaro è uno di parola, un professionista serio che non si tira indietro e anzi raddoppia, trasformandosi da mastino a bomber. E che il Napoli ha fatto bene a dargli fiducia, perché l’argentino in campo è ancora una garanzia, con la testa è ancora in azzurro, non altrove. Concentrato sino alla fine, proiettato nella rincorsa alla Juve e nella volata per la Champions. Sì, la Champions potrebbe essere il regalo d’addio di Campagnaro al suo Napoli, perché la rete, provvidenziale e bellissima, siglata alla Lazio già oggi pesa tantissimo in classifica. Con il pareggio all’Olimpico gli azzurri hanno blindato il secondo posto, tenendo la Lazio a sei lunghezze e congelando il vantaggio negli scontri diretti. Tutto merito di Campagnaro e del più bello dei suoi quattro gol in maglia azzurra: il primo, quasi tre anni fa, al Milan, il secondo al Cesena e il terzo all’Inter, sempre in trasferta. Hugo è più che mai nel cuore dei tifosi. «Riprendiamoci Campagnaro», hanno scritto a Castelvolturno sabato notte. Per ora il Napoli e Campagnaro pensano a riprendersi la Champions.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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