Ecco le parole di Stefano Palazzi nel corso del dibattimento:
“Questo è un procedimento che si fonda sulle dichiarazione accusatorie di Gianello. C’è un riscontro giuridico per quello che dice: il primo quello che dice al poliziotto, fonte qualificata. Gianello quando si confida con il suo amico, non immaginava di riferirlo al poliziotto. Le accuse sono confermate sia dinnanzi alla procura della Repubblica che dinnanzi a noi. Gianello davanti ai pm si trova in imbarazzo ma il suo è un percorso genuino quando fa le sue ammissioni. Già in primo grado, non si capisce il motivo per cui tirare in ballo i suoi compagni. Poteva ritrattare, dire che anche quello che aveva riferito all’ispettore era pura millanteria. Invece non lo ha fatto. Perché se sarebbe stata una via d’uscita semplice? C’era un rapporto ottimo con la squadra e con il gruppo e non si capisce perché tirarli in ballo. I rapporti con Giusti sono scolpiti ed evidenziati dalle intercettazioni. C’è il comportamento dei compagni di squadra, che rifiutano con sdegno. Il riscontro esterno delle dichiarazioni accusatorie deve essere logico e non è necessariamente “un quid minoris”. Gianello contradditorio? Per me non è così. Respinge prima le accuse poi le ammette. Come è normale così. Poi c’è Quagliarella: quando ha capito che le sue accuse avrebbero avuto delle conseguenze, Gianello le ha subito ridimensionate, messo davanti alle sue responsabilità puntualizza le parole su Quagliarella. Gianello non fa giri di parole, non è contradditorio, non lascia dubbi. Le denunce per calunnia di Cannavaro e Grava? Strano, erano stati informati delle dichiarazioni di Gianello nel maggio del 2011, conoscevano il contenuto accusatori da molto prima. Mai tirati in ballo nè Santacroce né De Sanctis.La natura dell’illecito? E’ un illecito per così dire di pericolo, a consumazione anticipata. Nel momento in cui un calciatore propone a chi giocherà un impegno minore, propone soldi passa nella fase esecutiva dell’illecito, e non c’è più nulla da dubitare. Il comportamento di Gianello è stato comunque positivo, meritevole di un beneficio in termini di sanzioni. Quanti tesserati, davanti a illeciti consumati, hanno beneficiato di sanzioni meno gravi di quelle di Gianello? Responsabilità oggettiva. Ci sono tutti i requisiti per applicarla: il tesseramento di Gianello, il tesseramento degli altri due calciatori accusati di omessa denuncia, e il riferimento di quel comportamento a una partita da giocare. Le richieste: chiedo un prudente apprezzamento della Corte del comportamento di tutti. Per il Napoli: non mi nascondo dietro un dito, avevo chiesto un punto perché c’era un giocatore ai margini, proposta rifiutata, mancato collegamento a una organizzazione: non si puà applicare una tabella indiscriminatamente, non è cosa giusta. In Bari-Sampdoria c’è un giocatore condannato per aver tentato di corrompere dei compagni e il club è stato sanzionato di un punto“.
Fonte: ilmattino.it
La Redazione
L.D.M.
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