Ecco le dichiarazioni rilasciate da Stefano Palazzi al termine del dibattimento al cospetto della corte Federale:
“Non ritengo si possa seriamente dubitare dell’applicabilità di questo istituto cardine non solo di questo ordinamento ma anche in ambito internazionale – ha aggiunto Palazzi – C’è un riscontro alle dichiarazioni accusatorie di Gianello: prima di tutto quello che dice in via confidenziale al poliziotto, una fonte qualificata. Quando gli viene contestato il contenuto delle dichiarazioni confidenziale è ovvio che lui si trovi in imbarazzo, ma le accuse trovano una conferma molto attendibile in quanto dichiarato in tempi non sospetti all’amico“. Dichiarazioni in cui Gianello tirò in ballo i due compagni (squalificati sei mesi in primo grado per omessa denuncia). “Non ci sarebbe stato nessun motivo per coinvolgerli falsamente – ha rilevato Palazzi-, sarebbe stato facilissimo ritrattarle e dire che era pura millanteria e invece non l’ha fatto“. In risposta a De Laurentiis che ha detto stamane che il giocatore era “estraneo allo spogliatoio” il Procuratore ha ribadito che Gianello era “in ottimi rapporti con tutti compagni di squadra“. L’accusa ha quindi chiarito la sua richiesta di un punto di penalizzazione, in primo grado, prima che la sentenza della Disciplinare la raddoppiasse: “Non mi nascondo dietro un dito -le sue parole -, la procura aveva chiesto per il Napoli una richiesta inferiore al parametro perchè si trattava di un giocatore ai margini della rosa, di una proposta rifiutata e senza collegamenti con le organizzazioni internazionali. Mi sembra evidente che applicare la tabella indiscriminatamente per casi diversi non è un esercizio giusto”.
Fonte: corrieredellosport.it
La Redazione
L.D.M.
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