La verità, tutta la verità e nient’altro che la verità statistica, sistemando il Napoli sotto la lente d’ingrandimento dei suoi vizi privati e delle rare virtù pubbliche sin qui dimostrate. La verità, solo la verità e semplicemente la verità ch’emerge facendo la radiografia ad una squadra matta (ma davvero), capace di essere in assoluto quella che ha saputo andare più di ogni altra alle conclusione in campionato, producendo palle-gol in quantità industriale e sciupandole in sequenza terrificante. Forse la chiamerete Penelope, o come vi pare, però va da sé che soltanto il quaranta per cento di ciò ch’è stato creato attraverso il gioco sia finito poi nello specchio della porta e che in quest’avvio sconcertante appena il 4 per cento del prodotto interno ed esterno netto sia stato poi portato all’incasso: i fatti, due reti a Marassi, contro il Genoa e poi il buio assoluto, andando in bianco sia con il Chievo (trentatré tiri, tra cui nove occasioni ed un rigore parato da Bardi) che con l’Udinese (un palo).
ALL’ATTACCO. Il calcio dei giorni nostri si può vivisezionare, senza tema d’essere smentiti: poi, è chiaro, ci sono i risultati, ma questa è tutta un’altra storia, tant’è vero che poco importa ai calcoli e alle analisi moderne di ritrovare il Napoli nella tre quarti avversaria con 239 passaggi o di scoprire che nell’area del «nemico» gli uomini di Benitez siano stati in grado di andare a giocare ben ottanta volte, quasi il doppio di ciò ch’è stato in grado di regalarsi il Milan. La classifica parla la stessa lingua, talvolta più arida, più asciutta, magari va direttamente al cuore della questione, taglia gli orpelli e rimuove i dettagli, che comunque costituiscono essenza: però, quelli che non sanno perdersi attraverso questo studio evoluto e restano ancorati alla realtà attraverso i fotogrammi della memoria, sanno altro e sostengono tesi più pragmatiche. Fosse finita un minuto prima a Marassi, il Napoli avrebbe un solo punto e se ne starebbe pigramente ultimo in classifica; poi esistono le altre correnti di pensiero: il rigore di Higuain che avrebbe potuto modificare la sfida con il Chievo ed il palo di Gargano così simile eppure tanto diverso da quello di Nainggolan con la Roma ad Empoli. Ma qui si sfocia nella filosofia spicciola: e comunque sempre verità sarebbero…
Fonte: Corriere dello Sport
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