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«Stateve accorte, cu e’ scugnizzi…»: riscossa dopo la canzone

Il brano espressamente richiesto da Grava Cannavaro e Ammendola

«Stateve accorte, cu e’ scugnizzi nun s’ha dda pazzià…». Sono le 20.20 di un sabato sera umido: al San Paolo il dj Gigi Soriani fa partire la musica di «Stateve accorte», la canzone del maestro Claudio Mattone cantata da Sal da Vinci nel musical «C’era una volta… Scugnizzi». Gli azzurri sono in campo per il riscaldamento, la canzone debutta nell’animazione musicale di Radio Marte nel pre-gara della sfida col Novara.
Dopo «Live is life» e «Eyes of the tiger» tocca al successo cantato da Sal da Vinci. C’è un piccolo grande segreto dietro la scelta della canzone: come spesso accade per diverse hit al San Paolo, anche «Stateve accorte» è stata espressamente richiesta dagli azzurri, in particolare dai campani, Grava, Cannavaro e Ammendola, ammiratori di Sal da Vinci come Aronica e De Sanctis. Una hit dal significato evocativo, che ha esordito proprio nel giorno della riscossa del Napoli. Non è un caso, il nucleo storico dello spogliatoio azzurro l’ha richiesta avendo in mente il riscatto degli scugnizzi, il tentativo di rimonta bis in chiave qualificazione in Champions. Nel musical il pezzo è cantato da Sal da Vinci proprio per esprimere la voglia di rivalsa dei ragazzi di strada, in risposta ai soprusi del camorrista del quartiere. In questo caso simboleggia l’uscita dal tunnel della crisi di Cavani e compagni. «Sono contento che abbia portato bene – dice Sal da Vinci – e mi fa piacere che abbia segnato Paolo, un amico, il nostro capitano. Speriamo che la vittoria possa consentire al Napoli di raggiungere obiettivi importanti a fine stagione, è quello che speriamo noi tifosi. A me quella canzone ha portato benissimo».
La strofa finale è eloquente: «Stateve accorte, ‘e scugnizze se ponno scuccià, si le parte ‘a cervella, succede ‘o burdello e nisciune ‘e riesce a fermà». Non fermarsi più, nelle ultime 5 gare di campionato, è l’obiettivo del Napoli, il «patto» sancito nello spogliatoio, firmato sabato sera dal gol di Paolo Cannavaro, ovvero da uno scugnizzo che, evidentemente, «si era scocciato» di perdere sempre.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

 

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