L’infortunio di Fabio Quagliarella mette nei guai la Juventus, ma forse anche il Napoli. L’attaccante di Castellammare di Stabia, infatti, è a Torino solo in prestito, seppure molto oneroso (5,5 milioni di euro), e i bianconeri hanno facoltà di riscattarlo a fine anno (per la cifra di tutto rispetto di 11 milioni). Dunque, almeno da un punto di vista teorico, Marotta potrebbe anche decidere di non sfruttare questa opportunità e rinunciare ad acquistare il giocatore. Perderebbe 5,5 milioni, comunque ormai già versati, ma non altri 11 per un giocatore che, comunque, dovrà recuperare da un infortunio piuttosto grave.
Per capirne di più sulla vicenda e sulle norme contrattuali è stato interpellato l’agente Fifa Lello Stancati: “Questo genere di contratti, seppure molto diffuso, non ha una giurisprudenza chiara: di solito le squadre si accordano con un prestito oneroso e un riscatto a fine periodo. Di certo, non c’è obbligo di riscatto, ma una sorta di dovere morale da parte dell’acquirente che s’impegna a rispettare quanto pattuito. La normativa, infatti, non contempla l’obbligo, anche se non lo nega, quindi da un punto di vista prettamente formale, la Juventus – per fare l’esempio che mi state sottoponendo – potrebbe non esercitare il diritto e il Napoli trovarsi nuovamente Quagliarella in rosa”.
Questo, però, come detto, solo teoricamente… “Non credo che una società come la Juventus voglia rovinare i rapporti con un club con il quale – e anche il trasferimento di Rinaudo lo dimostra – è in affari. Rischia di deteriorare i rapporti e non solo quelli con De Laurentiis, il quale – tra l’altro – ha fatto affidamento su quella trattativa per chiudere col Palermo per Cavani, dunque si aspetta di incassare… Infine, non mi sembra che Quagliarella non abbia reso, anzi, mi risulta che abbia largamente soddisfatto le attese di Del Neri, dunque a mio parere non credo che l’infortunio cambierà i piani bianconeri, anche perché – in più – 5,5 milioni sono già stati versati e fra tre, quattro mesi, il giocatore potrebbe tornare a disposizione…”.
Tutto vero, ma il caso recente di Mancini tra Inter e Milan, tra i quali c’era un patto di riscatto della metà del giocatore a fine prestito, poi non rispettato e commutato in uno scambio amichevole di ‘convenevoli’ che ha chiuso la vicenda, insegna che nel calcio le cose possono cambiare: “Come dicevo, l’obbligo di riscatto non esiste concretamente, ma moralmente c’è. Quello che si può fare tutt’al più, è sedersi ad un tavolo per rivedere l’accordo, magari rinnovando il prestito oneroso in attesa che il giocatore riprenda piena funzionalità fisica, ottenendo magari uno sconto per il periodo d’inattività, rinnovando contemporaneamente anche il diritto di riscatto. Ma è una cosa che deve trovare d’accordo entrambe le società e dubito che la Juve chieda di rinegoziare, potrebbe però essere il Napoli a sentirsi in dovere di farlo proprio in virtù di quel rapporto di collaborazione e rispetto che si è instaurato tra le due dirigenze”.
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