Ci risiamo. Durante la partita di Coppa Italia tra Juventus e Lazio, dal settore dei tifosi bianconeri, parte il solito coretto: «Vesuvio, lavali con il fuoco». Neanche quattro giorni dopo quanto accaduto in Juventus-Udinese, si ripetono i cori razzisti contro Napoli e i Napoletani. Lunedì il giudice sportivo Gianpaolo Tosel aveva sanzionato la Juve con una ammenda da 10mila euro, sostenendo che gli steward erano intervenuti subito per bloccare i cori. Proteste, polemiche e richieste di sanzioni più dure. E Tosel che fa trovandosi di fronte alla stessa situazione appena quattro giorni dopo? Non squalifica il campo ma multa di nuovo la Juventus rendendo «più severa» la pena, passando da 10mila a 20mila euro. E nella sentenza ripete: «al 33’ del secondo tempo i sostenitori della Juventus hanno indirizzato alla tifoseria di altra squadra un coro costituente espressione di discriminazione per origine territoriale». Razzismo allora, ma perché non c’è la squalifica? «La società Juventus ha concretamente operato con le forze dell’ordine ai fini preventivi e di vigilanza». Gli steward, cioè, sono intervenuti subito per zittire il coretto. Tosel, però, si accorge di aver scritto le stesse cose appena quattro giorni prima e aggiunge una parolina che potrebbe significare molto: «Recidiva». Insomma anche Tosel all’ennesimo coro potrebbe decidere per sanzioni più serie. E contro il razzismo ha preso posizione anche il ct della Nazionale, Cesare Prandelli: «A volte si dice di abbassare i toni: ma contro il razzismo dobbiamo tutti alzare la voce, non arrendersi all’indifferenza».
La Juventus finirà sotto esame già da sabato, giocando di nuovo in casa il match di campionato contro il Genoa. In rossoblù giocano due napoletani come Marco Borriello e Ciro Immobile (tra l’altro di proprietà proprio della Juventus). L’esame per la società e la tifoseria bianconera sarà comunque davvero duro da superare. Il designatore degli arbitri, Stefano Braschi, ha deciso che ad arbitrare il match tra Juventus e Genoa sarà il signor Marco Guida, nato a Pompei nel 1981, ma appartente alla sezione Aia di Torre Annunziata: «piena» zona vesuviana. Sarà interessante osservare la reazione di un arbitro nato a Pompei di fronte ad un eventuale coro che invoca l’eruzione del Vesuvio, sarà importante leggere il suo referto se si ascolteranno frasi «costituenti espressione di discriminazione per origine territoriale». Con l’opzione di una interruzione della partita. Una designazione «importante» se non casuale; altrettanto singolare però è la designazione come primo assistente di porta di Andrea Romeo, appartente alla sezione Aia di Verona ma nato a Casale Monferrato, città piemontese distante una ottantina di chilometri da Torino. Almeno lui non si risentirà sentendo cori razzisti che invocano l’eruzione del Vesuvio.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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