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Stadio, effetto Champions ora il Comune accelera

Aperto sul sito il link per avviare la manifestazione d’interesse

«Sottozona ”effe e”: strutture pubbliche o di uso collettivo». Solo dove nel Prg c’è questa dicitura si potrà costruire un nuovo stadio. Altrimenti bisognerà mettere mano a una variante urbanistica. Con la possibilità che l’iter duri anche un anno. È l’articolo 50 a normare, in particolare, il punto su questo tipo di costruzioni. «Le utilizzazioni compatibili dei suoli sono le seguenti: attrezzature per l’istruzione superiore, sanitaria, attrezzature per lo sport da competizione». Dove sono localizzate le aree? In realtà ce ne è una sola, l’ambito 13, Ponticelli, zona orientale. Ecco dove si costruirà il nuovo stadio di Napoli. «Un impegno non una promessa, quelle si fanno in campagna elettorale» sottolinea il sindaco Luigi de Magistris. La realtà è una sola, che l’effetto Champions ha impresso una ulteriore accelerazione al progetto di Palazzo San Giacomo di un nuovo impianto. Giova ricordare sempre che un nuovo stadio non è in contraddizione con il San Paolo. Anzi, il restyling della struttura di Fuorigrotta è condizione fondamentale per la costruzione dello stadio del futuro.
Il Comune corre, tanto che sul sito istituzionale c’è una sezione nuova di zecca dedicata proprio allo stadio, o meglio ai due impianti, il vecchio da aggiustare e quello nuovo. «In occasione del dibattito in corso in città – si legge nell’incipit – sulla possibilità di ristrutturare lo stadio San Paolo e sull’eventualità di costruirne uno nuovo in altra zona della città o nell’immediato hinterland, questa pagina, necessariamente in aggiornamento, presenta una documentazione composta dalla rassegna stampa dei principali articoli usciti negli ultimi mesi, da un album fotografico dedicato al San Paolo, una galleria su una selezione dei principali stadi mondiali e il loro contesto urbano, due casi di trasformazione e uno studio commissionato dalla Figc alla Deloitte sugli stadi modulari». Nell’area orientale, a Ponticelli, ci sono a disposizione ben 420 ettari per mettere in piedi uno stadio moderno e funzionale con quello che si porta dietro una simile impresa. Ovvero una smart city funzionante e produttiva sette giorni su sette per tenere in vita l’impianto non solo nei giorni delle partite. Pina Tommasielli, assessore allo Sport, spiega: «Stiamo lavorando su due piani, puntiamo a un nuovo impianto. Ponticelli è una delle ipotesi, chiederemo alla città di proporci idee e presto ci sarà la dichiarazione di manifestazione di interesse. È altrettanto chiaro che il San Paolo verrà ristrutturato e restituito alla città. La grande occasione persa sono stati i mondiali del ’90, ci sono ancora parcheggi e terzo anello senza collaudo a Fuorigrotta».
Tutti si muovono nella direzione del nuovo stadio. Il patron Aurelio de Laurentiis a Londra – oltre che concentrarsi sul Chelsea – si è fatto un giro per gli impianti della capitale inglese. Ha visitato l’Emirates Stadium di proprietà dell’Arsenal. Sempre in Inghilterra ha preso visione e informazioni sui due stadi di Manchester. Prima è stato a Monaco nella casa del Bayern, ha visitato quindi gli impianti di Madrid e Barcellona. Il tour dovrebbe essere terminato. Così anche il produttore cinematografico dà la sensazione di avere le idee chiare su cosa bisogna fare. Però non le rivela. Da Palazzo San Giacomo sostengono che si va d’accordo e tutto sarà condiviso con il patron. Tanto che sono state gettate già le basi per la convenzione che dovrà legare il Napoli al nuovo impianto. E contestualmente la rimodulazione di quella in essere che garantisce invece il San Paolo. Si tratta, il carattere del patron non è semplice, come quello del primo cittadino. Ma i due condividono la fede azzurra e il posto in tribuna durante le gare del Napoli, fianco a fianco, garantisce per ora almeno il dialogo. «Penso ai napoletani che sono a Londra – racconta il suo prepartita su Facebook de Magistris – a coloro che hanno raggiunto la città per la partita ma soprattutto a coloro che vivono lì da anni. Tutti noi cittadini di Napoli siamo orgogliosi di questo momento e vogliamo continuare. Vogliamo il riscatto della città e con essa della sua squadra di calcio. Napoli si ferma e andrà in apnea… spero poi nella successiva catarsi… con moderazione». 

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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