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Stadio, ecco il progetto segreto. Partita aperta nell’area orientale

Investimenti tutti privati per 700 milioni Deciderà una manifestazione d’interesse pubblica

Una conchiglia adagiata ai piedi del Vesuvio – temuto ma anche adoratissimo simbolo della città – sembra addirittura la bocca del vulcano staccatasi chissà per quale magia dal suo corpo dove il tifo avrà modo di trasformarsi in fuoco, in energia viva. Il Vesuvio lo domina da qualunque punto di osservazione ci si metta: uno spettacolo, un omaggio al dio pagano ma soprattutto un’idea con solide basi, si regge su 700milioni di investimenti, tutti privati, gran parte da fondi internazionali, un project financing totalmente a carico degli investitori. Una parte servirà per ristrutturare il San Paolo. È il primo concept (proposta progettuale) per il nuovo stadio di Napoli collocato nel cuore di uno dei quartieri storici, Ponticelli. È stato protocollato martedì a Palazzo San Giacomo, è promosso da un gruppo imprenditoriale guidato da Maria Luisa Faraone Mennella ed è stato realizzato da Arup, leader mondiale del settore (con la collaborazione dello studio Corvino e Multari) che ha progettato anche il favoloso Allianz Arena di Monaco teatro della finale di Champions il 19 .
È bene precisare che questo è un concept, un’idea. Tra – presumibilmente tante altre – che fioccheranno di qui a breve. Come in tempi non sospetti dichiarò il sindaco a Il Mattino. Per la precisione in una fredda sera del 25 febbraio quando de Magistris incontrò Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli calcio all’hotel Vesuvio (è la vigilia di Napoli-Inter vinsero gli azzurri 1 a 0 e come ogni vigilia il presidente alloggia nell’hotel sul lungomare) per dirgli che a prescindere da tutto «la volontà politica dell’amministrazione è quella di avere un nuovo stadio. Per questo lancerò una manifestazione pubblica di interesse sulla questione». De Magistris chiese e chiede i progetti agli imprenditori. Naturalmente a costo zero per il Comune. La fase procedurale si aprirà a brevissimo. Il dibattito cittadino durerà fino alla fine dell’anno, sette mesi nel corso dei quali la commissione che verrà designata deciderà chi avrà l’onere e l’onore di dare alla città un nuovo stadio capace di offrire le stesse emozioni del glorioso San Paolo che avrà nuove funzioni. Non scollegate dal nuovo impianto. Il concept ha come idea di base di unire le aree est ed ovest per candidare Napoli a capitale degli eventi. Ecco perché chi vorrà fare il nuovo stadio dovrà prendersi in carico il revamping del San Paolo, impianto che resterà completamente pubblico. Due conti per capire meglio che scenario si prospetta: il Napoli arena di Ponticelli, struttura multifunzionale con 55mila posti a disposizione dove si potrebbero esibire anche le rockstar internazionali; in zona anche un palaeventi da 12mila posti al chiuso e il San Paolo rifatto con 35mila posti a disposizione. Anche qui si potranno ospitare dai meeting di atletica, ai concerti. L’offerta di spazi per la musica e per gli eventi sarebbe quasi unica al mondo per varietà e completezza. Con dentro incastonato il gioiello più prezioso: il San Carlo.
Vediamolo più da vicino questo concept che assomiglia tanto a un progetto. Interessa da vicino la zona orientale già al centro di investimenti per 2,3 miliardi attraverso NaplEst, ovvero un gruppo di imprenditori di cui fa parte la signora Mennella, che senza ricorrere a finanziamenti pubblici, vogliono valorizzare l’area orientale. Perché Ponticelli? I suoli sono nella disponibilità dei proponenti ma soprattutto Prg alla mano da quelle parti è già tutto normato. È l’articolo 50 a chiarire: «Le utilizzazioni compatibili dei suoli sono le seguenti: attrezzature per l’istruzione superiore, sanitaria, attrezzature per lo sport da competizione». In secondo luogo c’è un bacino di utenza almeno due volte superiore a Fuorigrotta che abbraccia tutto il vesuviano e oltre. Si parla di 3 milioni di fruitori potenziali del nuovo impianto. Terzo è situato in una zona iperservita dai nodi ferroviari e autostradali. Basta pensare alla Circum.
Lo Stadio è concepito come un catino. In linea con gli studi di settore e con i parametri Uefa. Nell’impianto – così come ideato – si potrebbe ospitare la finale di Champions. La forma particolarissima con una curva più piccola di un’altra garantisce la massima visibilità a pochi metri dal terreno di gioco da qualunque settore. Uno stadio di categoria 4 tecnologicamente all’avanguardia. Il Napoli arena avrà vari anelli a più livelli con posti per ogni tasca: dai popolari agli sky-box. Il punto nodale è di far vivere l’impianto 7 giorni su 7 con attività di servizi, terziario e tutto quello che riguarda divertimento e tempo libero. Cosa va alla cosa pubblica nell’ambito del project financing? Centomila metri quadrati di parco attrezzato di fianco allo stadio con piste ciclabili e attività sociali che vedranno protagoniste soprattutto le scuole dell’area. Questo il quadro generale del concept. I proponenti hanno previsto anche i tempi: 3 anni di lavoro. Se si parte a inizio 2013 per la fine del 2015 lo stadio verrà consegnato chiavi in mano. Solo a quel punto partirà il revamping del San Paolo che sarà pronto entro il 2018.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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