Centocinquanta rotoli di zolle, dal peso di una tonnellata ciascuna, lunghi 7 metri e larghi 1,20 con uno spessore di circa cinque centimetri, saranno in viaggio da domattina verso il San Paolo. Serviranno a coprire le due aree di rigore dello stadio di Fuorigrotta che nella gara contro la Fiorentina si sono mostrate nude come quelle di un campo pelato e sabbioso. Un intervento da poco più di 25mila euro, necessario per cancellare quella che agli occhi di tutti è apparso come un vero e proprio disastro.
Ma non basta. Il Napoli, al termine del sopralluogo durato quasi 5 ore con gli agronomi della Lega e della Figc guidati da Giovanni Castelli ha deciso di tentare la via «naturale» per il resto del campo. Nessuna rizollatura totale, almeno questa settimana. La terapia d’urto, ovvero tutte zolle nuove per l’intero terreno di gioco, non è ancora prevista e potrebbe essere scongiurata: tutto dipenderà da quale sarà il risultato – non solo estetico – della nuova semina di almeno mezza tonnellata di semi. L’erba giovane, intanto, è già cresciuta di molto rispetto a tre giorni fa.
Ma non basta: da questo pomeriggio inizieranno le «iniezioni» nel terreno del San Paolo di nuovi semi, per l’appunto quasi 500 chili. Che si sommano ai circa 200 chili già distribuiti ieri. Di fatto, proprio di questo si tratta: iniezioni. Una macchina arriverà appositamente dalla Toscana e si sposterà molto lentamente sul prato e ogni due centimetri infilerà nel terreno un piccolo mucchio di semi. Che entreranno nel suolo fino a 20 centimetri di profondità (e a varie profondità) per essere immediatamente ricoperti ed evitare così che il caldo possa danneggiarli o che gli uccelli possano strapparli dalla terra.
Non solo. La ditta di Francesco Marrone, il manutentore ufficiale del terreno di gioco, avrebbe già provveduto a conservare il seme a temperature molto basse: «È la soluzione migliore – spiega l’agronomo della Lega e della Figc, Giovanni Castelli – Si tratta di semi a crescita molto veloce e trattati per garantire una resa molto elevata». Castelli, che fa da consulente a molti impianti di serie A dice che la situazione non è così drammatica: «I risultati sono già buoni: nei prossimi giorni, poi, il clima sarà ottimale per la semina». E per accelerare il processo di crescita, l’erba del San Paolo sarà sottoposta a cura drastica: «Potremmo parlare di erba dopata», scherza Castelli. Solo una battuta, è evidente: erba ogm non ne viene prodotta e allora gli agronomi chiamati al capezzale puntano a un mix di comcimi ”starter” (ideali per la fase iniziale della crescita), integratori vitaminici, enzimi e attivatori biologici. «Gli inteventi che abbiamo pianificato sono legati all’esigenza che dopo la pausa per ben 4 volte in dieci giorni il San Paolo verrà calpestato nuovamente», spiega il capo delle operazioni del club azzurro, Alessandro Formisano. Già: prima il Parma, poi il 19 l’allenamento dell’Aik, il giorno dopo la sfida di Europa League e il 26 settembre ancora la serie A con la Lazio. L’ideale sarebbe un lungo stop, ma è impossibile.
«Per questo abbiamo deciso di rizollare le aree di rigore, le zone del campo più calpestate: per evitare brutte sorprese dopo la partita col Parma. Ma sono fiducioso, entro un mese tutto sarà ok», conclude Formisano. Che, in calce, tira fuori dalla polemiche la ditta che si occupa della manutenzione: «Il Napoli non ha nulla da rimproverargli». Francesco Marrone, che da gennaio ha in cura il terreno di gioco, è ottimista: «Il recupero va avanti secondo i piani previsti – dice – Le polemiche del mio predecessore? Nulla da replicare, evidentemente sarà rimasto male per la fine del rapporto con il Napoli».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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