Comincia una settimana decisiva per il futuro di Bagnoli: giovedì è prevista una monotematica del Consiglio comunale dedicata al futuro dell’area ex Italsider e più in generale alla riqualificazione complessiva dei quartieri occidentali di Fuorigrotta, Soccavo e Pianura. Il sindaco Luigi de Magistris probabilmente dirà qual’è la sua idea per una ripartenza, atteso che Bagnoli e l’area ovest restano due grandi incompiute degli ultimi 20 anni.
Il sindaco potrebbe annunciare anche novità sulla Bagnolifutura, la società di trasformazione urbana guidata da Omero Ambrogi. In grande affanno, con le casse vuote e alla porta banche e creditori che vogliono essere pagati. Ma i suoli non si riescono a vendere, il default è stato evitato qualche mese fa con una operazione di patrimonializzazione, il pericolo però è dietro l’angolo.
Quali sono i nodi da sciogliere dunque? Partiamo da Bagnoli. La novità delle ultime settimane è la ricollocazione di Città della Scienza dopo il rogo. L’assessore all’Urbanistica Luigi De Falco ha lanciato proprio su Il Mattino del 12 marzo l’idea di ricostruire la struttura dentro «l’acciaieria in nome del Prg, un’occasione che a questo punto va colta» ha detto l’assessore.
In considerazione di due fatti: nel Prg è prevista una linea di costa libera da manufatti e quindi togliere e alla svelta anche la colmata a mare oltre che quel che resta di Città della Scienza e – in seconda battuta – approfittare di questa disgrazia per rilanciare anche l’area dell’ex fabbrica del ferro. Accendere così la scintilla della ricostruzione in tutta la zona e non solo per quella devastata dal rogo.
Idea che trova d’accordo buona parte della città a cominciare dal presidente della Regione Stefano Caldoro e lo stesso sindaco. C’è invece una netta opposizione da parte degli operatori del museo interattivo. I quali temono che allargando il raggio di azione, il futuro di Città della Scienza sia molto remoto invece che prossimo. Intorno a questo interrogativo ruota – inutile girarci troppo – il rilancio, la famosa «ripartenza».
I suoli, del resto, non si vendono perché hanno poco appeal, Città della Scienza sarebbe invece un formidabile attrattore.
Poi bisogna prendere una decisione più complessiva su almeno altri tre fronti, bisogna fare sistema o massa critica ripensando a come innestare nella ricostruzione lo Zoo e l’Edenlandia – che stanno morendo – e lo stadio San Paolo che tiene prigionieri migliaia di napoletani quando c’è la partita ma soprattutto quando l’evento non c’è. Intrappolati da trincee di filo spinato che fanno rabbrividire.
Un compito non facile quello che attende il Consiglio comunale, gli eletti del popolo, perché tocca a loro in ultimo prendere una decisione. La sostanza è che si tratta di mettere mano al disegno urbanistico e solo i consiglieri lo possono fare.
Il sindaco ha la maggioranza numerica per portare avanti un disegno non è detto che sia pure quella politica. Sarà un banco di prova pure per lui che da settimane predica ascolto e allargamento a tutte le forze anche sociali. Verranno a galla – giovedì – i fantasmi della bonifica e delle inchieste giudiziarie che incombono per verificare come sono stati decine e decine di milioni. Nella migliore delle ipotesi l’area ex Italsider è stata risanata per la metà o poco più. Il presidente della Bagnolifutura tra le prime cose che ha fatto dopo l’insediamento è stata appunto quella di fare luce su questa materia. E Ambrogi, ex magistrato fu chiaro: «Servono soldi, tanti soldi, perché la bonifica non è completata».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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