Il procuratore regionale della Corte dei Conti aveva disposto un mese fa il sequestro di 5.034.163,13 euro sul conto bancario Unicredit intestato alla Società Sportiva Calcio Napoli per il debito nei confronti del Comune per mancati versamenti di canoni e percentuali sulla pubblicità. Un brutto colpo per il club. Ma ieri il giudice designato Maria Cristina Razzano ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Antonio Nardone e Giuseppe Ceceri per conto del presidente Aurelio De Laurentiis, discusso nove giorni fa negli uffici della Corte dei Conti in piazza Piedigrotta.
Ordinanza numero 163/2014, ecco le 28 pagine che dispongono «la liberazione del vincolo del sequestro conservativo». La dottoressa Razzano ha sottolineato che non poteva essere effettuato tale sequestro, richiesto dal procuratore regionale Marco Catalano. Il sequestro non si può disporre essenzialmente per due motivi: 1) il Napoli non ha beni immobili, ma ha un ricco parco giocatori che offre tutte le garanzie al creditore; 2) il credito è esigibile direttamente dal Comune e anzi il giudice evidenzia i termini dell’atto transattivo sottoscritto il 19 dicembre scorso da De Laurentiis al termine di un incontro in Comune con il sindaco De Magistris. Respinta una richiesta dei legali del Napoli: il difetto di giurisdizione.
Si legge nell’ordinanza: «L’istanza cautelare è infondata e deve essere rigettata (…). L’azione erariale in esame ha a oggetto un credito ancora perfettamente esigibile dall’Amministrazione comunale, non essendosi ancora prescritto (…). I debiti che la società avrebbe nei confronti dell’Ente locale sarebbero stati oggetto di un accordo transattivo intercorso tra il Sindaco e il Presidente della società (…). L’ammontare di tale debito è pari a euro 3.668.460 per canoni pubblicitari ed euro 142.221,75 per danni, crediti maturati dalla data di stipulazione della prima convenzione e fino alla stagione 2011-2012».
Gli avvocati Nardone e Ceceri avevano contestato nel corso dell’udienza non solo le percentuali sulla pubblicità, ma soprattutto due punti per cui non doveva essere effettuato il sequestro conservativo: 1) la compensazione dei crediti tra Napoli e Comune, che aveva delegato al club di De Laurentiis – ad esempio – l’installazione dei tornelli allo stadio in applicazione della Legge Pisanu (per un costo di 858.413,74 euro e non di 169.231,03); 2) la solidità e la trasparenza del Napoli, che ha presentato tutti i suoi bilanci in utile, con un’attività che non poteva far intravvedere “un pericolo di fuga” e con un parco giocatori che superava ampiamente la cifra contestata. Peraltro, i legali avevano sollecitato il coinvolgimento del Comune in questo procedimento.
La dottoressa Razzano ha espresso perplessità sulla convenzione, tuttavia. «Sembra alquanto singolare o comunque scarsamente motivata la decisione del Comune di addivenire all’affidamento de quo senza alcun previo confronto concorrenziale, neppure per la parte di accordo relativa alla concessione di spazi pubblicitari e neppure in sede di rinnovo, avvenuta senza alcuna preventiva valutazione di corrispondenza al pubblico interesse, considerati anche i già maturati e presunti adempimenti».
Adesso la transazione dovrà essere formalizzata dalle parti, poi Comune e Calcio Napoli si confronteranno su una nuova convenzione (quella in vigore dal 2006 scade il 30 giugno prossimo) ed eventualmente sul progetto per un nuovo stadio.
fonte: il mattino
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