L’inserviente ospedaliero Angelo Iacovelli – un’esistenza dedita ai giocatori del Bari che reputava amici e dei quali viveva di luce riflessa – non ci sta e, davanti al gip di Cremona Guido Salvini, su ordine del quale è stato arrestato per la vicenda del Calcioscommesse, inguaia i suoi ex amici. Soprattutto Andrea Masiello, ora all’Atalanta, che è andato a parlare di lui in termini tutt’altro che lusinghieri in procura a Cremona.
Iacovelli non vuole essere etichettato come colui che vendeva le partite inducendo i calciatori a farlo, magari con un’insistenza al limite delle minacce, e vuota il sacco, facendo anche altri nomi oltre a quelli già noti: Masiello, Rossi, Bentivoglio e Parisi che, secondo, un investigatore «ne escono a pezzi» (Iacovelli esclude, invece Padelli). Aggiunge anche una partita inedita: Bologna-Bari, rimasta, però, a livello di tentativo.
Iacovelli, assistito dall’avvocato Andrea Melpignano, si impegna a raccontare come, a suo dire, sono andate le cose: non era lui a individuare gare da taroccare e giocatori da corrompere. A questo pensava l’ex capitano del Bari Antonio Bellavista e l’infermiere contattava chi di dovere come era solito assolvere a tutte le piccole incombenze che gli erano affidate dai calciatori: dall’andare a prendere una macchina, al pagare le bollette. Esclude di aver avuto un ruolo nella combine di Milan-Bari, ma conferma le anomalie di Sampdoria-Bari, Bari-Roma, Palermo Bari, già nell’inchiesta. Ammette di aver dato 70 mila euro provenienti dal gruppo di scommettitori degli Zingari per Palermo-Bari a Masiello. Denaro che Masiello dice di aver restituito dopo la partita che lui e i colleghi avevano giocato correttamente. Iacovelli ha riconosciuto anche la persona, a quanto pare un soggetto poco raccomandabile, a cui i soldi sono stati consegnati per essere restituiti ad Amir Gegic, degli Zingari. Una persona già nota agli investigatori della Squadra mobile di Cremona e al procuratore Roberto Di Martino.
Da parte sua, Iacovelli potrebbe aver quadagnato qualcosa dalle «creste» nel trasferimento di denaro, ma rifiuta l’etichetta di corruttore insistente fino a essere uno «stalker» del taroccamento, come lo descrive Masiello. È stato del resto lo stesso gip Salvini a esprimere riserve su quanto raccontato dal calciatore, tanto che il giudice è convinto che è «su iniziativa dei giocatori del Bari che Iacovelli sia era messo in contatto», attraverso il calciatore Filippo Carobbio, con Gegic, del gruppo degli Zingari. «Le dichiarazioni di Masiello – sottolineava il gip nell’ordinanza di custodia cautelare per Iacovelli – sono probabilmente in parte riduttive in ordine alla sua responsabilità e quella dei suoi compagni di squadra: è difficile infatti che Iacovelli abbia continuato per mesi in una sorta di ”martellamento” senza frutti dei calciatori del Bari», la cui posizione è certamente aggravata dopo l’amaro sfogo dell’ex factotum che credeva di essere loro amico.
Iacovelli ha spiegato l’ormai celebre sms che mandò al giocatore dell’Atalanta, nell’agosto 2011 quando aveva già lasciato il Bari. «Il mondo è piccolo e Angelino arriva da tutte le parti». Era semplicemente contento di essere riuscito a ricontattare quello che credeva un amico che era «sparito». Forse anche a causa anche del Calcioscommesse.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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