Sono stati sulla bocca di tifosi e addetti ai lavori per un’intera estate, ma una volta messo piede in campo hanno lasciato tutti con l’amaro in bocca. Stiamo parlando di quei giocatori per cui i più importanti club della Serie A si sono svenati, oppure hanno raccolto gli applausi degli operatori di mercato per il grande “colpo”, ma che alla prova del nove hanno fallito. Certo, siamo solo alla settima giornata di campionato e ci sarà tempo per ribaltare i giudizi, ma se il buon giorno si vede dal mattino, allora saranno parecchi i direttori sportivi a dover dare spiegazioni ai loro presidenti…
Alex Sandro (Juventus)
Per il momento si è visto poco, anche se quando è stato chiamato in causa non si può dire che abbia sfigurato. Di sicuro, però, i 26 miloni di euro (bonus compresi) versati al Porto per poi farlo giocare in totale 195 minuti tra campionato e Champions League (di cui solo due presenze dall’inizio) non sono stati un grande invesitmento. Per togliere il posto al suo idolo Evra ci vorrà tempo. Forse più di quanto sperato dalla stessa dirigenza bianconera
Alessio Romagnoli (Milan)
La sua è stata una delle telenovele del mercato estivo. Alla fine i rossoneri lo hanno strappato alla Roma, pagando la non certo modesta cifra di 25 milioni di euro. Il problema è che in campo quello che dovrebbe essere il nuovo Nesta ha mostrato tutti i limiti dei suoi 20 anni. Sempre in campo da titolare, ha già un’espulsione al suo attivo. Pretendere che da solo potesse guidare una difesa in difficoltà come quella milanista è stato eccessivo. Forse anche Mihajlovic lo ha capito.
Geoffrey Kondogbia (Inter)
L’Inter ha vinto il duello a suon di milioni (30 più 5 di bonus) con il Milan, ma finora non ha visto ripagato l’investimento. Il francese del Monaco è stato accostato da più parti allo juventino Pogba, ma non ha certo il suo talento. Oltretutto sembra fare fatica a capire il campionato italiano e finora è stato sulla soglia della sufficienza striminzita, andando in calo a livello di prestazioni. Tanto che lo stesso Mancini sta riflettendo sulla possibilità di considerarlo sempre e comunque un titolare inamovibile.
Mirko Valdifiori (Napoli)
Era arrivato sotto il Vesuvio con già in mano le chiavi del nuovo Napoli targato Sarri. Invece, poco per volta, lo stesso allenatore che lo aveva voluto a tutti i costi si è convinto a metterlo ai margini del progetto, facendolo accomodare in panchina dopo prestazioni al di sotto della media. E, purtroppo per lui, da quando ha perso il posto da titolare, la squadra azzurra ha iniziato a volare…
Antonio Rudiger (Roma)
E’ vero che è arrivato solo in prestito, ma Garcia e i tifosi giallorossi si aspettavano molto di più per puntellare una difesa da rinforzare a tutti i costi. Il centrale dello Stoccarda, invece, non è andato oltre le tre presenze (più per obbligo che per scelta) e quando ha messo piede in campo non ha dato quella sicurezza di cui il reparto aveva bisogno. Dopo un discreto esordio col Frosinone, è andato in calando con Barcellona e Frosinone prima di infortunarsi.
Ravel Morrison (Lazio)
E’ forse il vero e unico oggetto misterioso della Serie A. I suoi numeri sono impietosi: debutto in Supercoppa italiana e scontitta (2-0 dalla Juve), debutto in campionato e sconfitta (4-0 dal Chievo), debutto nel preliminare di Champions e sconfitta (3-0 dal Bayer Leverkusen). Più di un semplice indizio, che ha convinto lo stesso Pioli a congelare il suo inserimento, aspettando tempi migliori. Ma anche in Ighilterra sembrano avere poche speranze, avendolo inserito tra i flop del calcio british.
Mario Suarez (Fiorentina)
Dopo Borja Valero, la Fiorentina pensava di aver fatto un altro colpo pescando Mario Suarez dalla Liga. Un giocatore dal curriculum di livello assoluto, che però finora non ha rispettato le aspettative. Anzi, nel meccanismo perfetto della Viola lo spagnolo sembra c’entrare ben poco. Paulo Sousa lo ha capito alla svelta e gli ha concesso solo le briciole: due presenze in campionato partendo sempre dalla panchina, più una sola partita completa in Europa League sul campo del modesto Belenenses. All’Atletico era tutto diverso.
Antonio Cassano (Sampdoria)
Il ritorno del figliol prodigo ha fatto scrivere tanto e scatenato l’entusiasmo dei tifosi, ma al momento di lui si è parlato soprattutto per una forma fisica non certo da vero atleta. Zenga non gli ha concesso complessivamente più di 78 minuti in 4 gare, vale a dire una media di meno di 20 minuti a presenza. La domanda è una sola: FantAntonio tornerà quello che ha fatto impazzire la Genova blucerchiata?
Fonte: Sportmediaset
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