Mentre il campionato si avvia verso la conclusione (in campo alle 18 contro la Spal per la terz’ultima stagionale), il Napoli studia il futuro. Forte del secondo posto aritmetico, con la qualificazione alla prossima Champions in tasca, è tempo di bilanci. Leggendo asetticamente i dati raggiunti, la squadra non ha mutato gli ultimi piazzamenti conseguiti. Secondo posto con Sarri e secondo posto con Ancelotti. Certo, la distanza in punti con la Juventus si è fatta siderale nel corso degli ultimi mesi, mentre nella scorsa stagione il Napoli si arrese solo a Firenze, ma è pur vero che i 91 punti raggiunti da Sarri furono l’apice di un lavoro triennale.
Non entro nel merito della diatriba tra “sarristi”, amanti del bel gioco, ed “ancelottiani”, amanti della concretezza. Ho sempre trovato stucchevole la divisione tra guelfi e ghibellini, anche ai tempi di Mazzarri e Benitez. Di certo va sottolineato che finora i top players giunti all’ombra del Vesuvio sono di matrice beniteziana. E se lo ricordo credo che nessuno possa offendersi. Ecco perché, seppur Ancelotti abbia sottolineato che non intende ricoprire il ruolo di allenatore-manager, dall’alto della sua esperienza e del suo appeal internazionale, dopo il primo anno di ambientamento, è lecito in questo momento storico sperare di “sfruttare” la rete delle sue amicizie per arrivare ad almeno un top player.
Tra gli ex di Ancelotti, che sembrano intenzionati a cambiare aria, c’è sicuramente James Rodriguez. Il talento del colombiano non si discute ed uno come lui potrebbe accrescere la personalità e l’esperienza europea del gruppo, che gode già di una base solida. Al di là di come si svilupperà il discorso relativo agli interventi da attuare per cucire la rosa secondo le necessità dell’allenatore, credo che bisognerà puntare molto sulla voglia di rivalsa di tanti elementi. Le semifinali di Champions hanno lasciato un insegnamento importante: non vince sempre chi ha il migliore fatturato, conta la voglia di correre e di perseguire un risultato superando i propri limiti. Sotto questo punto di vista il Tottenham è stato fenomenale. A volte basta crederci fino all’ultimo secondo: ne basta uno per cambiare la storia. Questo particolare non deve mai sfuggire. Certo, se poi in rosa hai un Lucas Moura, che prima di finire agli Spurs nel gennaio 2018 fu sondato proprio dal Napoli, il tutto diventa più facile.
Fonte: Sportmediaset
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