Il divieto di trasferta a Napoli per i tifosi bianconeri ha fatto arrabbiare la Juve. Soprattutto perché il retroscena svelato dalla Gazzetta è di quelli all’italiana. Pare, infatti, che Giovanni Frasca, il responsabile dei rapporti con la tifoseria del club azzurro, non si si presentato il 2 gennaio alla riunione del Viminale sulla sicurezza perché impegnato a festeggiare con la squadra al San Paolo la vittoria della Supercoppa italia.
Il problema è che il Napoli aveva comunicato al ministero dell’Interno che l’addetto in questione non aveva potuto partecipare perché malato. Il tutto nonostante la riunione fosse stata fissata il 30 novembre con tanto di doppia telefonata da parte dell’Osservatorio per sincerarsi della presenza del rappresentante del Napoli, che aveva dato il nome di Frasca. Così la decisione del Prefetto di chiudere la curva ai tifosi juventini sarebbe dovuta a un cattivo comportamento da parte dei partenopei. Che, invece, in una nota ufficiale, hanno difeso la loro posizione. “La decisione di chiudere la parte inferiore del settore ospiti e di destinare quella superiore per iniziative di legalità con divieto di vendita dei tagliandi ai non residenti nella Regione Campania, anche ove in possesso della Tessera del Tifoso, è stata assunta dal Prefetto di Napoli, condividendo la valutazione del Ministero degli interni che ha reputato la gara ‘connotata da profili di rischio massimo. Il Napoli è totalmente estraneo alla suddetta valutazione ed alla decisione che ne è conseguita. E’ inoltre del tutto inaccettabile ricevere dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero degli Interni, tramite la Lega Nazionale Professionisti Serie A, nella mattinata del 31 dicembre una convocazione riguardante una riunione indetta per la mattina del 2 gennaio, avente ad oggetto la sicurezza di una gara di calcio cosi’ importante. Ciò detto, la mancata partecipazione del rappresentate della S.S.C. Napoli alla richiamata riunione convocata dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive non ha avuto nessun effetto, ne mai avrebbe potuto averne, rispetto al provvedimento adottato dal Prefetto di Napoli. Il Napoli auspica che per il futuro tali problematiche vengano affrontate con un adeguato anticipo, di almeno 30 giorni, e non solo una settimana prima della disputa dell’evento”, la precisazione del Napoli.
Fonte: Sportmediaset
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