Evviva evviva, il Napoli è secondo in classifica per la terza volta nelle ultime quattro stagioni. Il traguardo è significativo eppure non entusiasma la platea azzurra (giustamente) esigente: solo 16.171 spettatori al San Paolo per la gara di ieri sera, moltI dei quali in polemica con la società e l’allenatore. Già, Ancelotti: a fine campionato bisognerà fare una riflessione seria sul sistema di gioco e sui calciatori che bisognerà prendere al mercato estivo. Perchè anche contro i sardi abbiamo visto all’opera una squadra noiosa, lunga, priva di idee, incapace di tirare in porta e facilmente perforabile, come ha dimostrato la rete (di piede) segnata da Pavoletti. Imbarazza e stupisce la semplicità con la quale Barella ha confezionato di tacco l’assist per l’ex attaccante azzurro, lasciato per venti in metri nella beata solitudine di andare a colpire Meret.
Quella scossa è servita per risvegliare i tifosi infreddoliti e, da quel momento anche incavolati nell’assistere all’ennesima prestazione scialba, da parte di una squadra addestrata con un gioco preistorico e prevedibile. Da quel momento in avanti, complici anche l’ingresso in campo di Milik e Callejon, il Napoli ha ritrovato la vena di orgoglio che ha generato il desiderio di evitare quella che sarebbe stata la seconda sconfitta casalinga consecutiva. Da quel momento la squadra ha deciso di uscire dagli schemi di Ancelotti, giocando individualmente, puntando sul valore dei calciatori più talentosi del gruppo, tra cui Mertens, il più insidioso nel Napoli e meritevole di aver realizzato caparbiamente la rete del pareggio. Il resto lo ha fatto la Var, assegnando un rigore che anche il designatore Rizzoli ha giudicato giusto, e che Insigne è stato freddo nell’insaccare alle spalle di Cragno. I tre punti di ieri hanno reso il Napoli irraggiungibile all’Inter e ha evitato che lo score da aprile in avanti fosse da giudicare altamente negativo: 8 partite giocate, 4 le sconfitte, 3 vittorie ed un pareggio. Il calo che ha avuto il Napoli nel girone di ritorno (quarto in graduatoria, dietro a Juventus, Atalanta e Torino) non può passare inosservato anche agli occhi del presidente De Laurentiis, probabilmente poco incline a demolire l’organico che nel triennio di Sarri ha accumulato 18 punti complessivi di svantaggio dalla Juventus, mentre solo in questo campionato il distacco ammonta, per ora, a 16 punti. Questa stagione si chiude con il classico “giudizio sospeso” per Carlo Ancelotti, dal quale la tifoseria pretenderà che si imponga con la società, come fece Rafa Benitez, per prendere non quei calciatori che guadagnano 10 milioni all’anno, ma almeno da 5 milioni annui. Senza una crescita sul piano dell’esperienza e dalla conoscenza della vittoria, sarà difficile con rinforzi da 10-15 milioni provenienti dal Bologna o dal Bordeaux, fare meglio di adesso. E lo sarà anche per Ancelotti.
Fonte: Sportmediaset
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