A furia di sondaggi andati a vuoto e candidati che si sfilano, della pistola fumante è rimasto il mozzicone accesso di una delle innumerevoli sigarette di Maurizio Sarri. Detto che per fatto, fino al giorno della firma, non si può dare nulla, sembra sempre più chiaro che la settimana che verrà sarà l’ultima del tecnico toscano sulla panchina del Chelsea. Che vinca o perda l’Europa League. Maurizio Sarri è destinato alla Juventus, dove lo attendono per provare a dare una spolverata di splendore al gioco lasciato in eredità da Massimiliano Allegri e sempre così criticato dal popolo bianconero. E non importa se l’apparenza in questo caso fa il monaco e non è esattamente allineata allo stile Juve. Sarri è pronto a dire sì – cosa che probabilmente ha già ampiamente fatto – e Andrea Agnelli è pronto ad accoglierlo. Magari non con lo stesso sorriso con cui accoglierebbe Pep Guardiola, ma tant’è. E così sia.
Quindi è già tempo di cominciare a pensare al dopo, a partire da un contratto che ancora deve essere firmato ma che ha contorni già piuttosto precisi. Per dire: la richiesta di Sarri. Essendo uomo pratico e sempre memore delle sue origini non esattamente aristocratiche, Sarri bada al sodo che, nel suo caso, significa fare particolarmente attenzione ai soldi. Con De Laurentiis la rottura si compì su quel fronte. Aveva un ingaggio da 1.4 milioni e voleva il doppio. A buon diritto, anche, visti i risultati ottenuti con il Napoli. AdL non arrivò mai a toccare quota 3 milioni e lui salutò mare e Vesuvio per trasferirsi alla corte del più generoso Abramovich. A quale condizione? Facile: 3 milioni e mezzo l’anno. Più del doppio.
Ora, tornando alle richieste di Sarri – ben inteso, nessuna morale. Fa benissimo lui a preoccuparsi del futuro economico proprio e della propria famiglia – l’asticella sarebbe salita a 6 milioni. Il che fa quattro volte quello che prendeva a Napoli nel giro di due anni. E d’altronde, dato che a lungo ha parlato del fatturato della Juventus, non è illogico provare a sfruttare quel fatturato così imponente a proprio vantaggio. Quindi 1.4 al Napoli, 3.5 al Chelsea, 6 alla Juve. Richiesti, poi si vedrà.
Intanto, detto del caporale, si può parlare di uomini. Sarri avrebbe dato qualche indicazione di massima per poter costruire il suo gioco anche sotto la Mole. Pjanic, per dire, che sembrava destinato al Psg, sarebbe meglio non toccarlo. Nella testa di Sarri è il Jorginho in bianco e nero. Rugani, suo figlioccio dei bei tempi di Empoli e promessa mai del tutto mantenuta alla Juve, è l’ora che trovi spazio. Con lui, però, sarebbe bene portarsi a casa un altro centrale di alto profilo. Da Ramos (in rotta con il Real) a de Light, per cui Paratici sta facendo i salti mortali (in buona compagnia di Barcellona, in pole, e Liverpool). Davanti Higuain dovrebbe essere la tassa da pagare per accontentare il nuovo tecnico che, nel frattempo, è felice come una Pasqua di avere a disposizione Bernardeschi, da lui sempre considerato un campione assoluto, e Dybala, uno che può fare il suo Mertens e il suo Insigne a seconda della necessità. Se poi arrivano anche un Pogba o un Milinkovic e un Chiesa, beh, è tutto grasso che cola.
Prima, però, c’è qualche pensiero da mandare a memoria. La finale di Europa League e una chiacchiera approfondita con la dirigenza dei Blues. Ramadani sta lavorando per lui e tanto basta a immaginarsi un via libera non troppo condizionato dalla Lady di ferro Marina Granovskaia. Lampard, sostituto designato, è alla porta e aspetta solo di poter entrare. Questione di giorni, che in giorni come questi potrebbero anche essere infiniti. Una settimana per chiudere l’avventura al Chelsea e quella dopo per cominciare quella alla Juve. Con un salto doppio mica male alla voce stipendio e la speranza che nel frattempo a Torino non cambino nuovamente idea.
fonte: Sportmediaset
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