L’importanza sempre più rilevante della pratica sportiva, specialmente in senso educativo e ludico, ha indotto la Regione Campania a promulgare nei giorni scorsi una iniziale piattaforma di normativa specifica. E così il Bollettino Ufficiale del 10 aprile 2012, con la delibera n.146 della Giunta del 28 marzo, relativa al disegno di Legge «Interventi per la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva e delle attività motorie, educative, sportive» a firma del delegato alle Politiche dello Sport e dello Spettacolo, Luciano Schifone, ha in pratica lanciato un inedito e specifico modello-Campania.
Si affrontano così, nelle 40 pagine che compongono la bozza programmatica che adesso dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale per l’esecutività, numerose sfaccettature del rapporto fra lo sport di base e le istituzioni.
Si discute quindi in particolare del monitoraggio e dell’adeguamento della rete degli impianti sportivi ritenuti idonei; della interfaccia fra scuola e sport (tema di antico e sempre vivo dibattito), dell’analisi dei metodi di sovvenzionamento pubblico di eventuali manifestazioni ed eventi. Un’attenta e prioritaria attenzione è stata inoltre centrata sull’attività di base, come non a caso enuncia il primo capoverso della relazione: «La pratica dell’attività sportiva contribuisce alla costruzione e alla difesa dell’immagine della Regione; rappresenta una opportunità di aggregazione e inclusione sociale; costituisce strumento preventivo e terapeutico indispensabile per il raggiungimento del benessere psicofisico…».
Si tratta di una fondamentale attività ginnico-sportiva, propria non solo di una società moderna che amplifica il binomio fitness-glamour, ma ancor prima di una cultura del distico romantico «mens sana in corpore sano»; filosofia che viene enfatizzata nel testo con un icastico: «Lo sport insegna che nella vita si può perdere e vincere, ma partecipando con mentalità vincente…».
Redatto in cooperazione con il Coni, Federazioni, Enti di promozione e autorità scolastiche, il Progetto si impegna inoltre, in maniera coraggiosa, a «controllare le palestre», a «combattere il fenomeno doping» e tutte le altre eventuali scorciatoie farmacologiche oltre ad affrontare «le esigenze di una idoneità all’attività sportiva che sia rigorosamente valutata».
Non mancano però, curiosamente, alcune scelte parziali (anche se correggibili). A cominciare dall’art.4 che stila un elenco di sport «privilegiati» perchè «riconosciuti di tradizionale campana». E nell’ordine compaiono: scherma, bocce, canottaggio, pallanuoto, nuoto, vela, boxe, equitazione, arti marziali, calcio, pallacanestro, atletica leggera. Con buona pace, e un bel po’ di perplessità di ciclismo e rugby; assenti ma in prima fila nella perplessità.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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