MILANO – Aggancio notturno in testa alla classifica. Il Napoli ha fatto secco anche il Milan per non mollare la Roma e dare al campionato un senso nuovo, di scarso rispetto con la tradizione recente e lontana. Dopo la vittoria sul Borussia, è arrivata un’altra conferma di un processo che sembra inarrestabile: il Napoli è una grande squadra, la cui qualità globale supera la qualità dei singoli. Anche stavolta ha sofferto nel finale (come in Champions), o ha pagato la fatica di mercoledì o ha pensato di aver già chiuso la partita e se è così per Benitez è l’ultimo difetto da limare. Cinque vittorie su 5 partite danno della sua squadra l’idea di grande potenza.
Ma la notizia di questa partita è dentro al Milan, più che al Napoli. Ha perso la seconda gara nelle prime quattro, è a 8 punti dalla coppia di testa, magari è presto per dire che è fuori dallo scudetto, ma davanti ha più di mezzo campionato. E adesso Balotelli c’è già, non deve arrivare a gennaio. C’è nel bene e nel male. Nel bene perché è stato lui l’unico milanista a giocare davvero e l’unico a segnare; nel male perché ha sbagliato il rigore che poteva riaprire la gara e soprattutto perché si è fatto cacciare quando la partita era già finita. Ha giocato da Balotelli e ha finito con una balotellata.
AVVIO COME UN FULMINE – Il Napoli si è avventato sul Milan, l’ha braccato nella propria area, l’ha circondato e incenerito in 7’. Lo sapeva menomato da troppe assenze, acciaccato e tenero in difesa e ha infierito. In quell’avvio a cento all’ora la squadra di Benitez faceva paura per l’aggressività, quella di Allegri per la ragione opposta, per la timidezza e la fragilità del suo sistema difensivo e l’incertezza dei suoi interpreti. Prima palla-gol dopo 4′ sciupata da Behrami, seconda al 5′ di Higuain dopo un regalo di Zapata e vantaggio napoletano dopo 7′, con i due centrali difensivi mascherati nell’occasione da Hamsik (era Albiol: assist di testa) e Higuain (era Britos: colpo di testa e gol). Sembrava uno di quegli schemi che si provano a ripetizione in allenamento, quando l’allenatore dice ai difensori: state fermi, provano solo gli attaccanti. Fermi, anzi, impalati, erano i difensori del Milan, tutti fuori tempo e fuori posizione.
REAZIONE BALOTELLI – Il gol così rapido ha avuto il merito di spaccare la partita e aprire spazi che altrimenti non avremmo visto. La corsa ha preso il posto della tattica, il Milan si è ripreso, sospinto da Balotelli, il Napoli si è tirato un po’ indietro lasciando però almeno due giocatori (Hamsik e Higuain) al di là della linea della palla, pronti per il contropiede. Mario è arrivato spesso al tiro, solo che intorno non aveva il gioco che gli serviva. Il centrocampo di Allegri era di passisti-scalatori, gente con poco sprint come De Jong, con poco piede come Muntari e poca personalità come Birsa. Se ancora non si può dire che pesava l’assenza di Kakà, lo si può dire per quella di Montolivo. Per questa ragione Balotelli tornava spesso a centrocampo: era lui a creare un po’ di gioco. Il Napoli avrebbe potuto e dovuto fare di più, anzi, fare meglio, una volta recuperato il pallone. Alla squadra di Benitez è mancata la precisione di Zuniga, Insigne e Callejon. Soprattutto Zuniga ha pagato la stanchezza di Coppa e nel finale del primo tempo, inseguendo uno stop sbagliato, ha rischiato il rigore per una spinta a Poli.
IL COLPO DI HIGUAIN – Il Pipita ha chiuso la partita dopo 6′ del secondo tempo, quando ha fregato De Jong sul dribbling e impallinato Abbiati che ha sbagliato l’intervento sul suo palo. Bello il tiro del napoletano, brutto l’errore del milanista. C’è stato un momento, però, in cui il Milan poteva rimettersi in piedi. E’ successo quando Albiol ha steso Balotelli in area. Aspettavano tutti (napoletani esclusi) il 22° gol su 22 dischetti, ma Reina ha interrotto la serie deviando il tiro di Mario in angolo. Prima o poi doveva accadere. Ma nemmeno quell’errore ha spento Balotelli, con un sinistro micidiale ha scheggiato la traversa e poi ha segnato un gol dei suoi. Troppo tardi per sognare il pareggio. Non tardi però per farsi cacciare a fine partita, quando si è messo a protestare con Banti prima vestito e poi a torso nudo. Cade sempre lì.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
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