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“Sperando per un si”: la giornata più dura del «vecchio» Grava…

Quella trascorsa ieri a casa insieme con la famiglia è stata probabilmente la giornata più dura della vita sportiva di Gianluca Grava. Più strana e più dura, certo, perché dopo sette estati – sette – il difensore implacabile è stato costretto a guardare in tivvù le immagini del raduno del Napoli. Il suo Napoli. Incredibile ma vero, per lui e per i compagni di squadra, eppure la situazione è questa: il rinnovo del contratto non è ancora stato firmato, e dunque Mazzarri dovrà aspettare qualche giorno prima di averlo a Dimaro. Quanto? Beh, difficile dirlo: il suo manager, Gaetano Fedele, ieri sera ha incontrato il d.s. Bigon per affrontare ancora la questione, ma per scrivere il finale lieto della storia servono la mano e la penna del presidente.

 

IL SOGNO– E allora, l’attesa. Snervante, da mal di testa, da batticuore. Mal di cuore azzurro, considerando che da quasi un decennio la vita di Grava si nutre di Napoli e del Napoli. Lui è la storia recente del club: giunto a gennaio 2005, Gianluca è l’ultimo reduce della serie C e di un tour partito dai campi in terra e pietre e giunto fino al lusso di Stamford Bridge. Dell’Olimpico della Coppa con la Juve e dunque di Pechino. Ecco, la Cina: lui le ha viste tutte, nell’era De Laurentiis, ma c’è da scommettere che darebbe e farebbe di tutto per respirare l’aria cinese della Supercoppa. Il suo sogno, del resto, è arcinoto: chiudere la carriera in azzurro e poi proseguire da dirigente. Napoli nel sangue e sulla pelle.

 

SMS TIFOSI– Non gli è parso vero, ieri, attendere notizie da casa. Non gli parrebbe vero interrompere una storia che è di vita, più che d’amore. Lo stesso che gli sta dimostrando il popolo: il suo telefono, negli ultimi giorni, è stato invaso dagli sms dei tifosi. Letteralmente: messaggi di simpatia, di amicizia e di sostegno che lo hanno sorpreso come mai, perché il suo numero non è mica pubblico. Però è accaduto. Accade e lo gratifica: perché Grava è uno di loro.

 

PAROLA DI WALTER -Un atto di stima nei confronti di un calciatore che per il Napoli ha lottato e combattuto in campo come e più d’un leone, scalando le gerarchie fino alla cima dei pensieri di Mazzarri. Un simbolo: coraggio, caparbietà, dedizione totale. Qualità che l’allenatore azzurro ha apprezzato talmente da richiederne personalmente la conferma. Non resta che attendere.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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