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Speciale ritiri – Da Spalletti a Maifredi, passando per Mazzarri e Montella

CASTELVOLTURNO – Orange e anche blues, red ed infine azzurro: perché in quest’universo ch’è il calcio, i corsi e i ricorsi non son mode ma bandiere e l’identità è cromaticamente in quel cielo dipinto per sé. Italians do it better: e per un’età indefinita, un’epoca e anzi un secolo, le mura d’un albergo hanno sempre custodito i vizi privati ma soprattutto le pubbliche virtù d’un esercito di club asserragliati in quei bunker inavvicinabili, fortezze utili per ritrovarsi interiormente. Sciò, sciò, il ritiro è un dettaglio, frammenti appartenuti al Pleistocene e ormai confinati nel baule, materiale d’archivio impolverato ch’è accatastato nella cronaca spicciola: tutti a casa, brava gente, connettendosi a ciò ch’è stato per tratteggiare ciò che saremo. Eh sì, c’era una (s)volta: perché con l’Olanda che scelse di vivere liberamente le proprie vigilie, i Mondiali o dove fosse, lasciando che le mogli violassero la sacralità d’una vigilia, c’eravamo già portati avanti un bel po’ di modernismo. Ma le storie si ripetono e in Italia, tra i precursori, va lasciato rientrare di diritto Gigi Maifredi, produttore di calcio champagne e d’innovazioni con quel Bologna capace di mettersi in viaggio – per brevi trasferte – persino nel giorno stesso della partita, e però va infilato pure Luciano Spalletti (lui sì un impavido) al quale la dolce vita romana non alimentava alcuna preoccupazione: ragazzi, ci vediamo domani. L’evoluzione della specie procede a passo spedito e il Barça decolla, talvolta, dodici ore prima dei match serali: il tiqui-taca pure nei cieli…

I ritiri delle prime della classe:

ROMA – Isolarsi sì, ma più dagli sguardi che dalle voci. Rudi Garcia ama tenere raggruppata la sua Roma, unita come un pugno. Per esempio incoraggiando i giocatori ad andare a cena tutti insieme dopo le partite e talvolta, in caso di giornate di campionato molto ravvicinate, organizzando direttamente il pasto serale negli stadi alla fine della gara. Soprattutto tiene maledettamente a evitare che qualcuno osservi dall’esterno gli allenamenti tattici e quelli di rifinitura. Blocca con il nastro adesivo tutti gli spiragli, fa chiudere persino le tapparelle delle finestre circostanti. Invece apre ai giornalisti la seduta che precede di due giorni la partita, rendendola uno show. Di tanto in tanto fa sedere in cerchio la squadra e legge frasi significative dei suoi maestri di pensiero. Guardiola, Nadal, gente così.

JUVENTUS – Anche le vigilie Juve hanno i loro rituali. I giocatori si siedono sempre nello stesso posto sul pullmann. Scaramanzia o comodità? Alcuni si concentrano soltanto utilizzando ascoltando musica con le cuffie. Altri come Barzagli non ne hanno bisogno. Altri ancora, come Bonucci, per caricarsi chiamano il proprio motivatore. La Vecchia Signora è solita andare negli stessi alberghi in trasferta. Leggende metropolitane, poi, parlano di un Conte che lo scorso anno di colpo smise di mangiare dolci. Lui si giustificò parlando di Quaresima, ma c’è chi dice che fu un voto scudetto. Così come quando la Juve andò a preparare la prima sfida di campionato contro la Samp sul terreno del Genoa per ripetere l’impresa in Supercoppa contro la Lazio quando i bianconeri vinsero il titolo dopo essersi allenata a Trigoria.

INTER – Conferenza stampa della vigilia sempre dopo quella dell’allenatore avversario. E’ questa la regola che, di fatto, ha imposto Mazzarri al suo arrivo. Così può capitare che, come oggi, il tecnico di San Vincenzo appaia davanti ai cronisti addirittura prima di mezzogiorno (l’appuntamento per stamattina è fissato alle 11.45), ma è pure accaduto che l’incontro con la stampa sia stato programmato alle 18.30, ovvero ben oltre la fine dell’allenamento. Qualcosa di simile accadeva anche ai tempi di Mourinho, che così aveva l’opportunità di studiare un’eventuale replica da dedicare al “collega”. Un’ulteriore abitudine introdotta da Mazzarri riguarda i colloqui personali con i giocatori. Sono stati avviati già all’inizio della preparazione. Adesso, continuano a essere frequenti e, a seconda delle esigenze, si tengono prima o dopo gli allenamenti.

FIORENTINA –  Le vigilie della Fiorentina di Vincenzo Montella sono scandite più o meno dagli stessi riti. Però è successo non di rado, sia per gli impegni interni di campionato e sia per quelli di Europa League, che la squadra viola non trascorra la notte che precede la gara in albergo: Pasqual e compagni cenano tutti insieme al centro sportivo, poi tornano a dormire nelle proprie abitazioni e la mattina seguente si ritrovano nuovamente al centro sportivo per fare colazione e successivamente svolgere il richiamo atletico che introduce le notturne. Altrettanto particolare a volte la procedura quando la Fiorentina è attesa da una partita fuori Firenze: se la trasferta non è troppo lontana e il trasferimento viene effettuato in treno, Montella convoca il gruppo per la cena al centro sportivo e da lì si spostano in stazione. E’ successo nelle trasferte di Milano e Roma.

Fonte: Il Corriere dello Sport

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