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Spartak Mosca, la squadra del popolo che sfidò il Regime: dal Disastro del Luzniki a Maradona

Il Napoli si appresta a disputare la sua stagione europea, che sarà nel gruppo C insieme a Leicester, Spartak Mosca e Legia Varsavia. Gli incroci che regala l’Europa League sono sempre molto affascinanti, forse quelli con la squadra russa un po’ di più. Si parla di un club che ha fatto la storia del calcio russo, ma soprattutto sovietico. Il calcio a Mosca era costituito da squadre di polizia, esercito e ferrovieri (Dinamo, CSKA e Lokomotiv), ma lo Spartak è un’altra cosa. Andando controtendenza, venne istituita da Ivan Artem’ev come club di un sindacato operaio che richiama al nome di Spartaco, celebre schiavo dell’Antica Roma che si ribellò per conquistare la libertà. Insomma, lo Spartak Mosca è ‘La squadra del popolo‘.

Non si può non pensare a Diego Armando Maradona, che giocò la sua ultima partita in Coppa dei Campioni 1990/91 allo Stadio Lenin. Anno travagliato, che portò poi all’addio del numero Dieci per eccellenza. Non partì con la squadra, ma raggiunse Mosca con un volo privato. Il preparatore Fernando Signorini, durante uno dei tanti documentari su Maradona, raccontò che fece visita alla Piazza Rossa quand’era chiusa al pubblico per una manifestazione politica del giorno dopo. Le guardie riconobbero El Pibe de Oro e le barriere si spalancarono. E la partita? Trionfò lo Spartak ai calci di rigore, e fino alla Champions League di Cavani e Lavezzi, quella fu l’ultima presenza del Napoli nella massima competizione europea e l’ultima nella carriera di Maradona. Un precedente che anche il club russo ha voluto celebrare sui propri social.

La storia dello Spartak Mosca

La storia dello Spartak Mosca è caratterizzata da giocatori di altissimo livello, soprattutto negli anni ’50 che hanno vinto campionati e medaglie olimpiche con la selezione sovietica, e anche un Campionato Europeo, come Igor Netto e Anatolij Maslenkin. Chiaramente con la caduta dell’URSS le cose cambiarono, ma nonostante la folta concorrenza, lo Spartak riuscì comunque a restare competitivo, tornando alla vittoria del campionato a 16 anni dall’ultima volta, ovvero nel 2016/17, grazie a Massimo Carrera. Con un passato nella Juventus, vinse sulla panchina bianconera anche la Supercoppa italiana in finale contro il Napoli a Pechino nel 2012. Lo Spartak in una sessione di mercato invernale qualche anno fa, prelevò anche Maksimovic in prestito secco per sei mesi. Ma c’è anche un po’ di Napoli nella storia del club russo: Salvatore Bocchetti ci ha giocato per un totale di sei anni.

Spartak Mosca: rosa, allenatore e formazione

Come quasi ogni squadra in Russia, c’è il blocco nazionale che è molto folto e una serie di stranieri con un passato in top club europei. E’ il caso di Victor Moses, ex Chelsea e Inter, e Quincy Promes, con un passato tra le fila di Siviglia e Ajax. Ma c’è anche una vecchia conoscenza di Luciano Spalletti: Ezequiel Ponce ha giocato nella Roma nel 2015/16, vincendo il Campionato Primavera e stando nel giro della prima squadra, non scendendo mai in campo. Uno Spalletti, oggi tecnico del Napoli, che ha varie volte sfidato lo Spartak nel corso dei suoi anni allo Zenit. Oggi l’allenatore è Rui Vitoria, per quella che negli ultimi anni è la tendenza di affidarsi a guide tecniche straniere. Il portoghese ha incontrato il Napoli di Sarri, perdendo andata e ritorno 4-2 e 1-2. Nell’ultimo match contro il Sochi è sceso in campo con un 3-4-1-2: Maksimenko; Kutepov, Gigot, Dzhikiya; Bakaev, Zobnin, Umyarov, Ayrton; Larsson; Sobolev, Ponce.

Rui Vitoria ai tempi del Benfica

Il disastro del Luzniki

Lo Spartak Mosca ha scritto la propria storia, fino al 2014, allo Stadio Luzniki -ex Lenin-: un impianto da 100 mila posti, poi ridotti a circa 80 mila, capace di ospitare i maggiori eventi del calcio. Olimpiade, Mondiale, finali di Coppa UEFA e Champions League, dove Cristiano Ronaldo si laureò Campione d’Europa con il Manchester United grazie allo scivolone di Terry ai rigori col Chelsea. Uno stadio protagonista del ‘Disastro del Luzniki‘, un incidente dove morirono 66 persone nel 1982. Lo Spartak era impegnato con l’Haarlem in Coppa UEFA e per l’eccessivo freddo i tifosi decisero di abbandonare lo stadio. Solo un’uscita aperta, così decisero di tornare indietro quando lo Spartak si portò sul 2-0 a pochi minuti dalla fine. Ma le autorità dissero di no e troppa calca fece crollare le scale dello stadio. Successivamente, le indagini ‘farsa‘ non hanno mai punito i colpevoli e le dichiarazioni dei testimoni furono manipolate, la vicenda fu insabbiata per evitare cattivi opinioni a livello internazionale. Il primo articolo riguardo la vicenda fu pubblicato nel 1989 dal Sovetskij Sport.

Il disastro del Luzniki

Otkrytie Arena e la tifoseria dello Spartak Mosca

L’Otkrytie Arena è lo stadio dello Spartak Mosca, inaugurato nel 2014 grazie ai finanziamenti del presidente del club Leonid Fedun, principale produttore petrolifero della Russia e vicepresidente del gruppo Lukoil. All’esterno dello stadio, c’è una statua dedicata a Spartaco. Ha ospitato alcune partite della Confederations Cup del 2017 e del Mondiale 2018. Alcuni giocatori del Napoli con le rispettive nazionali hanno già giocato in questo stadio: Zielinski, Koulibaly, Lozano, Ospina e Mertens. Tutti al Mondiale, tranne El Chucky. I tifosi dello Spartak sono caldissimi. La scuola della tifoseria organizzata russa è recente, nasce dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica ed è fortemente influenzata da quella britannica. Ma a Mosca, San Pietroburgo -insomma, le città più celebri-, è diverso che nella regione, per esempio, del Daghestan dove non si rispettano alcun tipo di particolari regole.

Tornando alla tifoseria dello Spartak Mosca, c’è un aneddoto da raccontare. Durante un turno di Europa League tra i russi e il Maribor, e dopo il pareggio degli sloveni nei minuti finali, dalla curva è partito un razzo che ha rischiato di colpire l’arbitro a metà campo. I tifosi dello Spartak sono passati anche alla storia per non aver mai abbandonato la propria squadra nelle categorie inferiori. A Mosca, contro la Dinamo, venne a mancare per un malore Pasquale D’Angelo, storico capo ultrà della Curva B durante una trasferta di Europa League, terminata 0-0. L’allenatore di quella squadra era Stanislav Cherchesov, ex portiere dello Spartak che sfidò Maradona.

Nico Bastone (@nico_bastone)

 

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