Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato di Kalidou Koulibaly:
“L’abbiamo già detto più volte, diventa difficile avere ancora parole, servono esempi. Questa settimana è andato in scivolata e gli si è incastrato un piede: è rimasto col ginocchio sotto, ha sentito male, è rimasto a terra, si è fermato l’allenamento e in un attimo c’erano anche i magazzinieri intorno a lui, tutti in attesa della sua reazione. È uscito 3 minuti, tutti guardavano e non giocavano per vedere come si sentiva lui. Non mi interessa sapere se Diego è stato il più grande o meno, mi interessa sapere quello che ha lasciato dopo. Non lo dico io, è quello che provano tutti ciò che significa l’importanza del soggetto in un gruppo. Vogliamo essere tutti Koulibaly, è una persona straordinaria e io ne ho avute… Sono stato fortunato ma la fortuna con me non ha finito il suo lavoro. Nestor Sensini è un calciatore così: entrava nello spogliatoio e tutti lo salutavano, aveva un grande rispetto, senza che neanche parlasse. Era il rispetto che s’è guadagnato con la sua carriera”.
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