Intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del big-match contro la capolista Juventus, il tecnico Luciano Spalletti ha parlato di come arriva la sua Inter a questa sfida. Le sue parole sono state riportate da FcInternews.it.
C’è più curiosità per scoprire il vostro livello o ci sono più certezze di poter battere la Juve?
“Se pensa di dissuaderci ha perso, noi ci presenteremo comunque per vincere contro ogni squadra. Mi porto però dietro più certezze, la squadra cresce e diventa sempre più completa come atteggiamento in partita. Ultimamente abbiamo fatto delle buone gare, manca ancora un po’ di attenzione in qualche momento particolare della partita ma siamo un’ottima squadra sia per livello dei calciatori che per il modo di giocare in campo”.
Quanto si gioca la squadra tra domani e martedì per il vostro processo di crescita?
“Non sono momenti da mettere insieme. Si gioca molto in tutta la stagione. E’ la stagione completa in cui ci si gioca molto, però dobbiamo fare strada passo dopo passo. Dobbiamo essere convinti che chi ci sta davanti non sia così forte e bravo da indurci a non fare il nostro percorso”.
Perché c’è questa resa preventiva verso la Juventus quando si parla di scudetto?
“Per quanto mi riguarda non è finita quando perdi una partita, ma quando non ci provi convinto di arrivare a un obiettivo ben preciso. Noi siamo convinti di questo, poi è chiaro che in classifica c’è una distanza importante. E’ difficile prenderli, questa è la brutta notizia. Quella bella è che il primo passo per poter accorciare dipende da noi. Facciamo questo intanto”.
E’ una classifica bugiarda o la Juventus è così irraggiungibile?
“La Juventus prova a mettere ogni anno calciatori che possano fare la differenza ancor più dell’anno precedente. Tre anni fa eravamo a Roma e dopo sei mesi di partite ci vennero a prendere Pjanic, che era forse il più forte con De Rossi nella costruzione del gioco. L’anno scorso avevamo Cancelo, uno dei terzini più forti del campionato. Ce l’hanno preso. Hanno preso Higuain al Napoli. Sono dettagli importanti nella crescita di una società. Quest’anno ha messo dentro campioni del livello di Cristiano Ronaldo, penso alla mentalità che può portare nello spogliatoio sia incolmabile. Quella è la sostanza della differenza, noi abbiamo fatto il nostro percorso. Quello che dicevo ai nostri giocatori nelle nostre analisi è che loro sono dentro un comportamento corretto e un modo professionistico di fare che è giusto per andare avanti e portare a casa i nostri obiettivi, che sono tutti lì davanti. Dobbiamo però giocare queste partite in cui bisogna giocare con personalità e carattere. Quel che ho visto nelle ultime partite è un segnale importante. Ho visto giocare la gara contro avversari e dei momenti di gara dove non conta tanto chi c’è davanti. Se giochi così tutti possono soffrire davanti a te”.
Come stanno Nainggolan e Dalbert, ha altri acciaccati?
“Entrambi rimangono fuori perché non ce la fanno. Valuteremo di volta in volta. Sono migliorati rispetto agli ultimi esami ma hanno bisogno di altro tempo”.
Che effetto fa sentire che tutta l’Italia tiferà Inter per riaprire il campionato?
“Non mi fa effetto e non mi dà alcun vantaggio questa approvazione. Mi fanno effetto i sentimenti dei nostri tifosi. Il desiderio dei tifosi. Ce lo porteremo in campo. Saremo imbottiti da quei sentimenti e ce li porteremo sotto la maglietta”.
Sarà il primo Juve-Inter di Ronaldo. Come si ferma?
“Prima di tutto la Juve non è solo Ronaldo, è una squadra fatta da calciatori forti in ogni reparto. C’è anche Chiellini, calciatore fenomenale. Per avere una sintesi di quello che è basta vedere i 5′ di Juventus-Spal, sul 2-0. Basta vedere il suo atteggiamento e ci si rende conto che è il reparto, lo fa da solo. Sono gli altri che lo completano. Ha una mentalità, una forza, una professionalità. Ne ha molti di questi calciatori, come li abbiamo noi. Diventa fondamentale il collettivo, la squadra ti può salvare sempre perché se sei dipendente dal calciatori e quel calciatore non la gioca quello che ti porta in fondo è la squadra e noi siamo forti”.
Cosa si aspetta da questa gara?
“Questi sono i banchi di prova in cui si può andare a vedere se sei pronto. Loro hanno potenzialità, hanno forza. Prima ho dimenticato di mettere Pjanic, che è uno di quelli che mettono in moto il meccanismo della squadra. Bisogna essere di quel livello nel confronto. Non bisogna pensare a quella che sarà la loro mossa senza limitarsi nel comportamento”.
Crede che l’Inter sia l’avversario giusto per colmare il gap?
“Il Napoli ci è andato vicino lo scorso anno, è mancato un risultato o due. Quest’anno sono andati ancora più avanti. Noi che inseguiamo abbiamo perso qualche punto, la Juventus ci ha messo ancora di più. Prima c’era meno distanza ma era forse più evidente ci fossero passi avanti da fare. Ora sono uguali ma si sta alzando il livello di gioco e questo può far diminuire le differenze”.
In cosa pensate di poter essere superiori alla Juventus?
“Visti i punti di differenza che ci sono ogni cosa sembrerebbe presunzione e non voglio far passare questo. Però l’essere squadra in maniera continuativa è quel che può mettere in difficoltà la Juventus. Se riusciremo a prendere campo ed essere un blocco squadra per 90′, togliendo spazio per pensare alle giocate, gli possiamo creare dei problemi. Altrimenti loro hanno vinto dominando e sapendo soffrire, non sempre hanno avuto lo stesso comportamento. La portano in fondo avendo più comportamenti. Non è sempre quel timbro di Juventus, è quell’undici forte individualmente che porta a casa il vantaggio da tutte le soluzioni. Lo dice anche Allegri, in questo c’è la sua gestione. La tecnica in quel contesto fa poi uscire dalle situazioni difficili e porta il vantaggio dall’episodio. Dobbiamo essere bravi a giocare con blocco squadra, coraggio, personalità. Già che ci siamo teniamo sotto controllo gli specchietti retrovisori che sono importanti anche quelli…”.
Dovesse spiegare l’interismo a Marotta che consiglio darebbe?
“Mi aveva dato nell’occhio una frase di Inter Campus: noi siamo fratelli del mondo. Sono andato a informarmi e l’origine è nell’atto costitutivo dell’Inter del 1908. ‘Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo’. Secondo me l’interismo è un po’ quello, guardare il cielo e verso il mondo. E Marotta è uno di quelli che è già proiettato per la sua provenienza e la sua carriera verso questo guardare in maniera profonda e distante”.
FcIN – L’esperimento con i tre centrocampisti più “leggeri” in campo e senza Vecino e Gagliardini è qualcosa che potremmo rivedere in futuro?
“E’una soluzione per prendere qualcosa di più. Perdi fisicità, forza nelle palle inattive ma aggiungi la fase di possesso perché hai calciatori più tecnici nello stretto e nella circolazione. Il fatto sta nel valutare quanti momenti possono interessare una caratteristica o l’altra in una partita, ma il tentativo è metterci qualcosa di più per arrivare alla vittoria. L’esperimento è andato bene perché la partita è stata giocata in maniera corretta”.
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