Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha parlato in conferenza stampa dopo la vittoria contro il Sassuolo per 0-2:
“Abbiamo fatto bene sia nel primo che nel secondo tempo, ci eravamo create delle occasioni sia nel primo che nel secondo tempo ma i gol li abbiamo fatti con gli strappi individuali. Quando il calciatore forte non c’è, però è il collettivo che ti salva. Per essere un po’ pignoli, quando la palla è vicina alla nostra metà campo, abbiamo poco senso dell’alert, del pericolo, non siamo così feroci come meriterebbe la situazione. Kvaratskhelia è partito da molto lontano, con la sua leggerezza di farfalla cambia direzione velocemente, con quel gol incredibile di Osimhen. Gliene ne sono capitate un paio più facili e le ha sbagliate. 1000 panchine? Devo pensare al sonno perso da recuperare, l’esperienza serve soltanto a saper riconoscere ciò che ti passa davanti. Quando si tiene palla, ci si diverte tutti, si soffre di meno quando si ha palla noi, è meno facile prendere gol. Stasera hanno fatto delle triangolazioni molto qualitative, era lì sopra la palla, è stata una gara di qualità. Olivera e Rui? Sono dei calciatori un po’ differenti, diventa difficile poterlo fare con giganti come Kim, Di Lorenzo, Rrahmani a livello difensivo è una roba incredibile a livello d’attenzione, di continuità, va meno in apprensione nelle scelte. È essenziale che non ragionino come i calciatori deboli, cioè contando i minuti in cui non giocano. Si fa sempre un discorso di squadra, di collettivo, Zerbin ha avuto cinque minuti, li ha sfruttati a mille all’ora. Si tenta di starci attenti, è un ragionamento così, durante la lunghezza della stagione qualcosa scappa. Nelle mille notti insonni ho pensato che il giocatore più forte è quello che mi può dare la soluzione. Sono convinto che avremmo fatto un grande campionato anche con Mertens, Koulibaly, Insigne, quest’annata nasce da quanto abbiamo compiuto nella seconda stagione. Serve che ci mettiamo d’accordo, altri hanno bisogno di 3-4 anni per costruire, io dovevo vincere subito. La dedica per le mille panchine è a tutti i calciatori con cui ho condiviso quest’avventura e ai tifosi del Napoli. Dico sempre che ci sono tante persone che pregano affinché noi vinciamo le partite, dobbiamo restituire la felicità. Il Sassuolo è un avversario forte, forse sono troppo pignolo io a ribadire che dobbiamo avere un maggiore senso del pericolo. Questa prestazione ci consente di prepararci bene alla partita contro l’Eintracht, perché se giochi male ti rimane dentro”.
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