Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, dopo la vittoria ottenuta sul campo dell’Udinese, è intervenuto al microfono di Dazn: “Mi è piaciuta prestazione della squadra, com’è stata in campo, la personalità che ha avuto, l’atteggiamento. Per tutta la gara abbiamo provato a fare le cose in maniera corretta. Nei primi 20′ siamo andati troppo a tentare di sfondare senza creare prima questo palleggio che gli facesse perdere un po’ di ordine. Cominciavamo a destra e finivamo a destra, cominciavamo a sinistra e finivamo a sinistra. Poi l’atteggiamento è stato costante. Poi è chiaro che ci vogliono anche delle giocate, come quella di Insigne che mette palla dentro con un pallonetto da 20 metri. Poi il gol di Lozano, la personalità di Koulibaly che ogni volta che va davanti fa male”.
Come vedi il futuro della tua squadra? Avete la mentalità per vincere lo scudetto? “Come sei cattivo, come spingi subito sull’acceleratore (ride, ndr). Il discorso è di vedere che livello di calcio e quante volte saremo bravi a riproporlo. Il livello di qualità di calcio, il livello di consapevolezza di squadra. Il campionato poi è lungo, ci sono tante insidie. Ma è chiaro che la squadra ha qualità tecniche. Ci manca qualcosa, ma abbiamo anche una rosa competitiva: si possono fare sostituzioni e mantenere intatto il valore di squadra. Poi bisogna vedere quante partite riusciremo a fare a questo livello, per quanto tempo. Ci sono tante squadre attrezzatissime: il Milan propone sempre questo calcio dall’anno scorso, l’Inter hanno ricambiato la squadra con altri calciatori forti e si vede”.
Qual è la vostra forza? “Ci sentiamo assediati da quest’amore per questi colori e questa squadra. Se riesci a coinvolgere i tifosi poi ci si alimenta e diventa forza per i calciatori. Poi abbiamo la qualità dei calciatori. Osimhen che va bene in campo aperto, gli esterni che fanno gli uno contro uno con qualità. La squadra è forte, ma la strada è lunga e ci sono delle squadre fortissime. Noi siamo forti, ma ci sono delle squadre fortissime”.
Osimhen è bravo anche a gestire il pallone? “Osimhen sa far tutto. Gli manca un po’ di tecnica nello stretto, ma se si gioca negli spazi poi si fa fatica a tenerlo”.
Quant’è importante avere calciatori duttili in mezzo al campo? “Abbiamo iniziato in questa maniera qui. Poi Fabian in passato in questo ruolo aveva fatto delle grandi partite, alternando qualche errore nel tenere palla. A lui piacere tenere palla, trascinarla. Invece stasera ha giocato a due tocchi. Lui vede oltre il primo passaggio, riesce ad annusare dove c’è lo vuoto per giocare. Se continua così può diventare un play importantissimo perché gioca corto, gioca lungo, è fisico. Non è velocissimo nelle distanze ampie, ma quel ruolo lì può farlo. E’ resistente. Poi è chiaro che avere Anguissa che qualche volta ci copre le spalle e azzera tutto ci completa perché gli altri sono calciatori più tecnici. Quando ci si comporta in questa maniera, abbassandosi tutti sotto la linea della palla e si riparte le armi in possesso diventano tante”.
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