Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di DAZN dopo l’1-1 col Cagliari:
“Per noi è stata una partita complicata, il Cagliari meritava qualcosa in più. Anzi, meritavamo qualcosa in meno noi. Non abbiamo mai preso in mano la partita, anche se come fase di possesso ne abbiamo avuta di più noi. Loro volevano fare questa partita qui e noi un’altra. C’è da essere contenti per il risultato perché poi dopo queste partite di Europa League succede un po’ a tutti. Abbiamo fatto troppo poco sotto l’aspetto della qualità. Non dite più che siamo tutti, ogni volta che lo fa in due giorni perdiamo 4-5 calciatori. E’ stato bravo Osimhen a mettersi a disposizione all’ultimo secondo, era a rischio di non essere della partita. Fabian aveva un problema, sentiva dolore, fargli fare più di 20′ era un rischio. Come si è visto a Barcellona, con la testa rotto con gli 8 punti voleva rientrare a fare gli ultimi 30”. Da questo punto di vista devo riconoscere un buon atteggiamento, ma loro debbono riconoscere anche loro che dobbiamo fare qualcosa in più. La qualità che abbiamo se non la usiamo poi le decisioni le prendono gli altri e noi dobbiamo fare partite non secondo le nostre caratteristiche”.
E’ un’occasione persa, visti gli altri risultati? “Sì, ma funziona così. Dire che per noi era un risultato importantissimo è una banalità, così come dire che sarebbe servito come entusiasmo a tifosi e città. Nonostante questa fosse la situazione sognata fin dai primi calci, non c’è riuscito di prendere la partita in meno. Io sono da tempo con loro, hanno una disponibilità e una qualità superiori a questa. Forse anche per la bravura del Cagliari”.
Perché a fine primo tempo discuteva con Elmas? “Mi è capitato qui per una situazione che s’era verificata 20” prima. E’ stato dunque facile commentare quella situazione lì. Ogni tanto mi viene il sorriso a bischero quando sono in panchina, è una faccia sbagliata quella lì (ride, ndr). Ma con i calciatori ci si capisce. Noi abbiamo sbagliato nella costruzione, siamo stati titubanti nel prendere iniziative e nei contrasti. Molte squadre fanno queste scalate in avanti, fino a terminare uomo contro uomo sulla linea difensiva, e la palla è difficile giocarla. E’ una palla addosso, una giocata fatta sui piedi di chi viene incontro. E c’è sempre l’avversario alle spalle che ti pigia. Bisogna reggere questi duelli, oggi l’abbiamo fatto poco e la palla non l’abbiamo mai gestita”.
Nessuna delle big ha vinto: che segnale è per il campionato? “Secondo me ora nelle ultime partite sarà complicato andare a giocare su questi campi in cui si lotta per non retrocedere. A dicembre sono state sistemate diverse squadre, i dirigenti sanno come fare. Capozucca è uno di quelli che sa come fare, Walter Sabatini uguale. Hanno messo calciatori dentro a completare la squadra e a dare motivazioni nuove”.
Barcellona, Lazio e poi Milan: che emozioni ci sono? “Le emozioni si vivranno sicuramente. Speriamo di farlo con calciatori a posto, nelle condizioni di giocare, perché poi la palla la fanno viaggiare loro. Speriamo di averli tutti a disposizione. Sono partite che quando torni bambino e ci ripensi le sognavi e bisogna viverle nella maniera corretta. Ho aspettato una vita per giocarle”.
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