Non c’è storia, la Spagna continua a mantenere il suo predominio. Che sia un Europeo o un mondiale, gli iberici sono sempre i protagonisti.
Sin dai primi minuti l’Italia sembra non avere la freschezza e la concentrazione necessaria per contrapporsi alla fluidità della manovra spagnola. Sergio Ramos manda il pallone di poco sopra la traversa al 6′, poi al 10′ Xavi conclude un triangolo con Fabregas senza centrare la porta di Buffon.
Il gol del vantaggio giunge al 14′ quando Chiellini, in sofferenza per problemi fisici, viene superato sullo scatto da Fabregas che serve Silva in area di rigore. Il colpo di testa del trequartista del Manchester City, con Barzagli e Bonucci in ritardo, s’infila in rete. Dopo il vantaggio la Spagna si chiude, mantiene gli spazi con organizzazione e compattezza, l’Italia la mette in difficoltà soltanto quando riesce ad allargare il gioco sulle fasce. Manca, però, lo spunto vincente, l’incisività; solo Cassano al 32′ impegna Casillas che s’oppone con i pugni. Balotelli prova a scoutere i suoi con qualche conclusione dalla distanza ma la sfera finisce sempre lontana dallo specchio della porta. Al 40′ la “mazzata” sul match; Jordi Alba, esterno sinistro acquistato dal Barcellona, percorre cinquanta metri indisturbato, s’infila sul filo del fuorigioco e batte Buffon. Il gol del raddoppio è una fotografia della stanchezza degli azzurri.
Prandelli inizia la ripresa inserendo Di Natale al posto di Cassano, la profondità dall’attaccante dell’Udinese apre qualche spazio nella retroguardia iberica. Al 47′ di testa su cross di Abate manda il pallone di poco sopra la traversa, poi al 50′ si fa parare da Casillas una conclusione a pochi metri dalla porta spagnola. In mezzo a queste occasioni il direttore di gara nega un rigore alla Spagna per un fallo di mano di Bonucci. Al 55′ Montolivo viene sostituito da Thiago Motta che al 60′ subisce uno stiramento e lascia l’Italia in dieci. In inferiorità numerica la Spagna mantiene ancora di più la propria superiorità e all’83’ ed all’87’ Mata e Torres confezionano il 4-0.
Onore comunque alla Nazionale Italiana capace di dare dignità al movimento calcistico italiano, colpito dalla crisi e dal calcioscommesse, con il gioco, la generosità, l’organizzazione e la capacità di stupire. Onore soprattutto ai vincitori, alla Spagna campione anche di stile, dominatrice senza fare biscotti e sempre con il rispetto come dimostrano gli applausi a fine partita per Prandelli ed i suoi ragazzi. I rimpianti sono solo frutto di una domanda: Come sarebbe finita questa finale con un approccio diverso nel primo quarto d’ora? Che partita sarebbe stata senza i problemi fisici di alcuni azzurri?
Ciro Troise
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