Roberto ‘El Pampa’ Sosa, ex attaccante del Napoli, è intervenuto a ‘Giochiamo D’Anticipo’, trasmissione in onda su Canale 8:
“E’ bello ogni tanto riguardarsi e pensare di essere stati protagonisti di questa rinascita del Napoli, molto belli soprattutto gli anni della Serie C. La città mi appartiene, non è la seconda ma la prima casa per me. La mia compagna è napoletana e con lei ho avuto una figlia. Quando sei fuori anche l’aria di Napoli viene a mancarti, quando sono qua io mi sento a casa. Io ho sempre sposato ogni casa al 100% dal Gimnasia, all’Udinese, a Napoli: cito solo queste tre squadre perché hanno marcato il mio cammino e la mia vita. Ho avuto anche la possibilità di giocare con la 10 e di far firmare da Diego la maglia del Gimnasia con quel numero. Con il Gimnasia sono cresciuto e tramite loro ho avuto la possibilità di arrivare in Italia, venire poi a Napoli e giocare con il 10 è stato come chiudere un cerchio romantico. Questi colori rappresentano tanto per la mia vita, non solo per la carriera da calciatore.
La mia visita a Castel Volturno? Innanzitutto tornare lì è stata una grande emozione, è sempre bello tornare nei luoghi in cui il Napoli è risorto e tornata dalla C alla A. Baldari, Santoro e anche Edoardo De Laurentiis. Ho salutato anche Spalletti che ho avuto ad Udine ed è stato importante nella mia carriera. Essere calciatori oggi è bello, ho ho visto un ambiente molto carico e positivo. L’allenamento è durato poco ma c’era grande intensità, la squadra sta lottando per lo Scudetto e non è finita. Domenica ci sono due partite importanti: Lazio-Milan e Inter Roma. Se il Napoli vince può recuperare qualcosa, non è ancora detta l’ultima parola. Ribadisco che, dall’intensità che ho visto, il Napoli è una squadra ancora viva.
La pressione? Spalletti trasmette concetti giusti, sono anche i calciatori che in questi momenti devono fare di più. Bisogna tornare ai livelli delle prime giornate, quando il Napoli dava spettacolo. La mentalità e il non salutare gli avversari prima della partita? Il calcio è cambiato, prima queste cose succedevano. Ora bisogna accettare che una volta finita la gara il risultato non si può cambiare. Spalletti è uno dei migliori allenatori e l’ho avuto a Udine, da lui sto apprendendo tante cose. Il calcio è cambiato, non si può impedire ai calciatori di postare sui social”.
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