Per il Sorrento, a parte la retrocessione in Seconda divisione maturata nei playout contro il Prato, si profila pure il rischio di tornare dopo sette anni tra i dilettanti. Il futuro del club tra i professionisti dipenderà dalle decisioni di Gianluigi Aponte, l’armatore di origine sorrentina che dirige a Ginevra la Msc, sponsor principale del club. Senza fondamento, intanto, le voci di un ritorno al timone dell’imprenditore nocerino Mario Gambardella. «Abbiamo bisogno di una settimana di riflessione per conoscere quali sono le intenzioni del nostro sponsor e tutto può succedere», ha detto ieri Paolo Durante, presidente con Franco Ronzi, cugino di Aponte, della cordata che ha gestito la stagione. Non sono fondate, intanto, le voci di un ritorno al timone di Mario Gambardella dopo avere espresso l’estate scorsa la ferma volontà di lasciare il calcio. Lo conferma il riserbo tenuto in tutta la stagione dall’imprenditore nocerino e dal figlio Attilio senza mai intervenire nelle vicende del club, affidate all’amministratore unico Francesco D’Angelo, con il sostegno della cordata sorrentina guidata da Paolo Durante e Franco Ronzi.
Durante spiega così la situazione in casa rossonera: «Subito dopo la partita persa a Prato Ronzi ha chiamato Aponte per informarlo della retrocessione e aspettiamo da lui una risposta sulla disponibilità a sostenere ancora il Sorrento con il contributo determinante della Msc. Se Aponte deciderà di non andare avanti, sarà difficile per noi trovare soluzioni per giocare ancora il Lega Pro».
Il presidente Durante è amareggiato per l’esito negativo dell’annata: «La nostra squadra, nonostante abbia vissuto una stagione travagliata, in fondo aveva i mezzi per centrare in qualche modo la salvezza in un campionato equilibrato. Il Prato non è sembrato irresistibile e i playout potevano avere un esito diverso. Nell’andata la squadra ha pareggiato, dopo il vantaggio maturato nel primo tempo, con un’ingenuità sul gol segnato dal Prato. Nel ritorno, subito in gol con Tortolano all’inizio della partita, ha mancato il raddoppio prima di subire la rimonta con due gol favoriti anche stavolta da ingenuità difensive. Ha girato tutto contro di noi, al di là dei nostri demeriti. Dispiace per la delusione dei cento tifosi che hanno affrontato il viaggio fino a Prato per incitare la squadra anche nella gara 2 dei playout. La dirigenza è amareggiata per i tifosi, per la città e per gli altri comuni della penisola sorrentina dopo la retrocessione».
Nella scorsa estate, dopo il disimpegno della famiglia Gambardella, la cordata locale è partita puntando sugli under per la quadratura del bilancio Il progetto è stato rispettato fino in fondo e il Sorrento ha i conti in regola. Il patron Durante sottolinea: «La nostra è una società sana che non ha debiti e che sta onorando nei termini tutte le pendenze verso i tesserati e verso i terzi. Questa realtà, anche nell’amarezza della retrocessione giunta nei playout, fa bene all’immagine della città. Dopo avere sentito Aponte, stabiliremo se potrà andare avanti».
Domenica a Prato i tifosi hanno contestato il ds Salvatore Avallone, ma la retrocessione ha tanti colpevoli. Non è stata evitata con i correttivi di gennaio: Papagni al posto di Bucaro, gli arrivi di Musetti, Tortolano, Salvi, Konan, Kostadinovic e Fusar Bassini. Il futuro, intanto, è incerto anche perché lo stadio Italia resta il problema di sempre: pare che non sarà utilizzabile dopo l’estate in vista dei lavori di restyling promessi dal sindaco Cuomo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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