Pazza, pazza, Inter amala: eh sì, si fa in fretta a cantarla – e giustamente – nella san Siro nerazzurra, ma andate a sussurrargliela a David Lopez nell’orecchio la filastrocca, lui ch’era uscito dal guscio, aveva sistemato sul sinistro di Callejon un pallone degno d’una volée del miglior Nadal, ed aveva cominciato a credere che stesse per scapparci il miracolo a Milano, qualcosa che poi gli avrebbero spiegato cosa significasse. «Prima della partita probabilmente avremmo firmato per un pareggio. Ma ora». Ora che la notte s’è inghiottito quel sogno e che David Lopez resta una partita imperiosa, d’istinto e di fisico di Kovacic, di ispirazione per andare a cullare la speranza d’una vittoria strappa-malinconia, riesce complicato digerire quel 2-2: eppure sostanzialmente è giusto, però due volte davanti e due volte ripresi, lasciando all’Inter la possibilità di rialzarsi, di risistemare la panchina alle spalle di Mazzarri. «Ci è mancata la concentrazione in difesa».
L’ASSIST. A volte basta poco per cambiare (pre)giudizi e quando David Lopez si sistema il pallone, «legge» la giocata di Callejon, scavalca la linea difensiva nerazzura e trova quel bomber perfidamente perfetto che spalanca la voragine dalle parti di Mazzarri, il Napoli è tutto addosso al mediano, perché ha consapevolezza che la fusione dei due gesti tecnici è stata la chiave di svolta. Ma è solo un’impressione, perché poi il Napoli ha la capacità di farsi male da solo: due volte due concede lo stacco all’Inter, sul primo non c’è David Lopez, sul secondo si addormenta Inler, e sul’erba del «Meazza», ad un certo punto verdissima, i rimpianti del mediano abbondano. «Perché potevamo portare a casa i tre punti. Ora siamo delusi, ovviamente. Siamo passati in vantaggio due volte e due volte ci hanno ripreso. Per quanto riguarda me, devo solo continuare a lavorare».
LAST MINUTE. Lui che il san Mamés non l’ha vissuto, lui che gli effetti della eliminazione dalla Champions League li ha subiti assai diluiti, lui che s’è scrollato di dosso l’etichetta del vice, del vice, del vice (…) mediano, adesso sta lì a pensare a quest’occasionissima sfuggita di mano quando ormai pareva fatta, perché il 2-1 di Callejon arriva ormai mentre il cronometro ha cominciato a far scorrere il recupero e la disperazione dell’Inter sembra evidente. «Ora dobbiamo guardare avanti, dimenticare e pensare alla Europa League. Eravamo riusciti a segnare di nuovo e potevamo vincerla. Per quanto mi riguarda, sono contento del mio inserimento ma devo insistere: sto godendo dell’aiuto dei compagni, che mi hanno facilitato il compito. Però peccato».
UN UOMO IN PIU’. E però in questo autunno «matto» per il caldo che fa, per le partite che disegna come Inter-Napoli, Benitez ha la certezza di avere un centrocampista in più: lo sapeva bene già lui, ch’era andato a scovare il rinforzo dell’ultima ora tra le pieghe dell’immobilismo d’un mercato che spetterebbe ad altri. Però adesso c’è anche David Lopez, che ha il piedino sensibile per lanciare Callejon ed un velo di malinconia da strappare, mentre dinnanzi agli occhi gli sfila via quel 2-2 incredibile e paradossale. E’ calcio ma pareva di stare sulle montagne russe: ed alla fine, al traguardo, è rimasta la faccia un po’ scolorita «Perché così no….».
Fonte: Corriere dello Sport
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