Si contano come perle le vittorie del Napoli a Milano contro l’Inter: sette in ottacinque anni e settantuno partite. Camei in una trasferta oltremodo difficile nella quale non ha vinto nemmeno re Maradona, che nel suo settennato partenopeo ha raccolto la miseria di due pareggi. Agli esordi, andare a Milano sponda Inter, o meglio, Ambrosiana, significava chinarsi sempre a raccogliere il pallone nella rete. La prima sfida è datata 19 dicembre 1926, Inter-Napoli 9-2 con tre gol di Cevenini e quattro di Powolny. Per il Napoli Kreuzer e Sallustro. Poi 8-1 nel 1929, 6-1 nel 1931. Il primo squillo azzurro è datato 29 giugno 1933, 5-3 con una doppietta di Vojak. È l’ultima giornata di campionato. L’Inter chiuderà seconda con otto punti alle spalle della Juventus. Poi addio successi fino al 1939.
Il bomber azzurro è Nereo Rocco che segnerà anche a Milano nella vittoria per 2-1. L’altro gol è targato Mian. L’Inter è quella di Locatelli e Meazza. Una doppietta di Busani regala il terzo successo nella storia azzurra: 3-2 il 29 dicembre del 1946 mentre è rocambolesca la sfida del 1950. I giornali dell’epoca la presentarono come Lorenzi contro Amadei. Vinse «Veleno» 4-3 segnando anche due reti. Amadei rimase a secco.
Nel 1955 quarto successo napoletano che ancora adesso rimane quello con maggiore scarto: 4-1. L’Inter in classifica finisce alle spalle del Napoli: Bugatti, Pesaola, Beltrandi, Jeppson. Un rigore di Armano l’unica segnatura nerazzurra. Nel ’58 il quinto squillo targato Pesaola (0-1). Vinicio segnerà 21 reti in quel campionato, il Petisso nove ma, ad onore del vero, l’Inter era davvero poca cosa.
Dieci anni dopo una vittoria che rimarrà storica: 5 maggio 1968 (2-1 con gol di Canè e Barison oltre ad un autogol di Enzo Montefusco per l’Inter). Storica perché passeranno altri ventisei anni per vedere un successo a Milano che non riesce nemmeno a Maradona negli anni dello scudetto. Nel 1987 Bruscolotti gli intimò di scendere in campo con la schiena malconcia. Lui lo fece ma non servì. Una disattenzione in difesa e un gol di Bergomi condannarono il Napoli alla sconfitta. Nel ’90 perla di Careca per lo 0-1 iniziale. Poi la valanga nerazzurra e finì 3-1.
I ragazzini di zio Boskov, anche se l’allenatore effettivo era Cané, riuscirono nell’impresa diciassette anni fa. In quella squadra che scese in campo l’11 dicembre 1994 gli uomini di maggior spicco erano un giovane Fabio Cannavaro, Pino Taglialatela, che parò un rigore, Fabio Pecchia e il libero brasiliano Andrè Cruz che segnò con una splendida punizione. L’altro gol fu un’autorete di Jonk. L’Inter era allenata da Ottavio Bianchi che a Napoli aveva vinto il titolo qualche anno prima. La stella era l’olandese Bergkamp, anche se quel giorno non scese in campo. Poi Bergomi, Pagliuca, Ruben Sosa, Nicola Berti e Marco Delvecchio. Da allora otto sconfitte consecutive in campionato, l’ultima 3-1 lo scorso anno. Un solo pareggio (1-1) ma in Coppa Italia.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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