L’Atalanta travolge il Napoli più brutto dell’éra Mazzarri. Doveva essere l’occasione per provare a recuperare terreno sulla Lazio, Lavezzi e compagni più che sprecata, l’hanno buttata via regalando al generoso pubblico napoletano una prestazione imbarazzante. Da tutti i punti di vista: da quello tattico perché la squadra è apparsa squinternata; da quello atletico perché la squadra è apparsa «scoppiata»; da quello dell’attenzione e della concentrazione perché molti giocatori sono apparsi già con la testa altrove (molti errori, tanta disattenzione); da quello della personalità perché dopo il secondo vantaggio atalantino, la squadra è scomparsa lasciando agli avversari un altro gol e un palo; da quello della tenuta nervosa visto che Pandev non riuscendo a calciare il pallone con efficacia verso Consigli ha deciso di scalciare Moralez. I fischi finali sono stati più che meritati perché a parte Lavezzi (e un po’ Pandev nel primo tempo, fino a quando i nervi non hanno avuto il sopravvento), nessuno ha onorato l’appuntamento nella maniera dovuta. Nessuno a cominciare da Mazzarri che ha scelto di rinunciare in partenza all’unico regista vero a sua disposizione, cioè Inler, con prevedibili e inevitabili conseguenze sull’ordine in mezzo al campo (mancato dal primo all’ultimo minuto perché quando poi lo svizzero è entrato il latte era stato già abbondantemente versato).
L’Atalanta ha fatto un figurone ma i meriti indubbi della squadra di Colantuono sono l’immagine speculare degli altrettanti indubbi demeriti del Napoli. Una serata tragica per i ragazzi di Mazzarri che in classifica sono stati agganciati dall’Inter e superati dalla Roma.
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