Morgan De Sanctis è uno dei sindacalisti del pallone. Negli spogliatoi del San Paolo, dopo la partita contro il Cesena, ha fatto ascoltare la sua voce per far sapere che i calciatori sono disponibili a giocare da metà agosto le partite di campionato, però i club hanno interessi economici (a cominciare dalle munifiche tournée all’estero) e perciò i calendari vengono compilati in maniera particolare, correndo il rischio di giocare a zero gradi, com’è accaduto ieri al Franchi di Siena, o a sottozero, come è accaduto domenica scorsa al Meazza per il match pareggiato contro il Milan.
Al portiere azzurro non sono bastati scaldacollo e maglia della salute, indossata al di sotto della divisa. Due minuti dopo l’inizio della partita ha convocato uno dei magazzinieri, seduto su quella panchina dov’erano schierati i pezzi grossi dell’ultimo mercato (da Inler a Vargas, passando per Fernandez e Britos), e gli ha chiesto di portargli qualcosa dallo spogliatoio. E così è arrivato un thè caldo, versato in una bottiglia di plastica.
De Sanctis lo ha bevuto tutto d’un fiato, provando a riscaldarsi. Sarebbe stato poi Reginaldo a freddarlo con un pallonetto nel finale del primo tempo, dopo che la difesa azzurra si era lasciata sorprendere da una rimessa laterale: altro che maltempo e neve a bordocampo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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