Prestare attenzione sulle palle inattive o sui cross, migliorare la fase passiva, tirare fuori le unghie una volta passati in vantaggio. Sono questi i veri rompicapo di Rafa Benitez. Non è la prima volta che il Napoli prende gol su azioni da calcio d’angolo o da spioventi dagli esterni. Il difetto si protrae dal campionato scorso laddove il punto debole venne individuato proprio nella difesa, rea di aver incassato ben trentanove reti, quattordici più della Roma terminata al secondo posto e sedici rispetto alla Juventus che vinse lo scudetto. Un problema evidentemente non risolto, anzi acuitosi con la partenza di un portiere capace di compiere miracoli e di trasmettere sicurezza al reparto qual era Pepe Reina. Il Napoli si è mostrato vulnerabile anche in questo avvio di stagione. Troppi gol incassati per delle ingenuità macrospiche dei difensori: Quattro subiti su calci da fermo: con l’Athletic Bilbao (angolo), l’Udinese (punizione con inserimento), il Palermo (angolo), fino ad arrivare a quello di Guarin con l’Inter (angolo). Scarsa concentrazione? Mancanza di fisicità degli interpreti? O cos’altro ancora? Anche Benitez è a caccia di risposte convincenti. Finora ha provato a dedicare più tempo all’addestramento specifico sulle palle inattive ma con scarsi risultati. Indubbiamente il continuo alternarsi degli interpreti, il famoso turn over, non aiuta a creare il dovuto affiatamento tra i difensori quando si tratta di piazzarsi sulle palle inattive. Molto spesso viene a mancare proprio la comunicazione tra i componenti il reparto, elemento indispensabile per prendere le contromisure. Chi dovrebbe farlo (il portiere ed il centrale esperto) non attraversano un felice periodo di forma. Né Rafael e neanche Albiol, infatti, sembrano attraversare un momento di grazia. In compenso, sta crescendo Koulibaly, l’unico capace di svettare e risolvere situazioni spinose sulle palle alte, e anche Britos.
Non a caso, in questo avvio di stagione quando il Napoli ha subito gol di testa (e ne ha incassati tre in maniera davvero disarmante) era assente Britos. E’ successo con il Genoa (rete di Pinilla), con il Palermo (deviazione di Belotti) e con l’Inter (incornata di Hernanes). L’uruguaiano, quindi, difensore per certi versi prezioso ed irrinunciabile, anche se impiegato in un ruolo non suo. Evidentemente le sue capacità in elevazione diventano indispensabili per un reparto che difetta proprio in quello. Un po’ come accaduto con Gargano: da elemento in esubero, a pedina da schierare spesso e volentieri da titolare. Ma sarebbe riduttivo limitare le deficienze difensive solo alla poca fisicità dei singoli. Esistono altri problemi collaterali, come ad esempio, la poca attitudine degli esterni a limitare i cross degli avversari (Zuniga su tutti), o anche la scarsa propensione dei centrocampisti a trasformarsi in difensori sui calci da fermo (Inler in particolare). Un aiuto importante potrebbe arrivare in certi casi dalla punta centrale ma ad Higuain non si può chiedere di cantare e portare la croce, meglio con Zapata o con Michu.
Per le rimonte subite, quella clamorosa di Bilbao ad esempio ma anche quella con l’Inter, invece, la spiegazione è prettamente caratteriale ed in parte tattica. Il Napoli non è squadra dotata di sufficiente cattiveria agonistica e quando ripiega non riesce a stringere sufficientemente le maglie per le caratteristiche del tridente offensivo e per il modulo che dovrebbe passare in un baleno al quattro-quattro-due e non sempre avviene. Ad ogni modo, già da oggi Benitez insisterà sullo stesso tasto e mostrerà ai suoi gli ennesimi errori difensivi commessi in questo avvio di campionato: nove reti al passivo in sette giornate. Ed altre cinque in quattro gare europee. Troppi gol incassati per ambire in alto.
Per le rimonte subite, quella clamorosa di Bilbao ad esempio ma anche quella con l’Inter, invece, la spiegazione è prettamente caratteriale ed in parte tattica. Il Napoli non è squadra dotata di sufficiente cattiveria agonistica e quando ripiega non riesce a stringere sufficientemente le maglie per le caratteristiche del tridente offensivo e per il modulo che dovrebbe passare in un baleno al quattro-quattro-due e non sempre avviene. Ad ogni modo, già da oggi Benitez insisterà sullo stesso tasto e mostrerà ai suoi gli ennesimi errori difensivi commessi in questo avvio di campionato: nove reti al passivo in sette giornate. Ed altre cinque in quattro gare europee. Troppi gol incassati per ambire in alto.
Fonte: Corriere dello Sport
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