Federico Ferri, direttore di Sky, ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Credo che il concetto che ha voluto esprimere De Laurentiis vada preso come un atteggiamento severo e inflessibile nei confronti della illegalità. E comunque non possiamo paragonare il lavoro fatto sugli stadi prima e durante l’era Thatcher a quello che viene fatto in Italia. Bisogna scegliere da che parte stare, tollerando l’ambiguità di chi sta cercando un percorso virtuoso per affermare principi giusti, la strada non sempre è lineare ma la parte giusta è quella di Aurelio De Laurentiis, dei tifosi che domenica sera hanno dovuto prendere per mano i bambini e scappare. C’è un principio che va affermato: si può discutere della libertà di tifare ma non si può far passare questo aspetto culturale con un continuo appellarsi alla retorica ultras che ha stufato: non è solo passione, folclore e calore, ma anche ricatto e violenza, non accettazione della libertà altrui. Se tu non canti con me, te ne vai. Se non sventoli la bandiera, te ne vai altrimenti ti meno. Nel mondo ultras c’è anche questo. Quando si segue un percorso come sta facendo De Laurentiis, è evidente che le azioni siano dirompenti rispetto allo status quo ma va affrontato e sostenuto perchè poi, se succede qualcosa, si parla di connivenza delle società. A proposito di caro biglietti, togliamo la retorica. Gli abbonamenti delle curve sono a prezzi tutto sommato accessibili. E’ ovvio che la Champions ha costi molti più alti. Ma se consideriamo un concerto degli U2 o di Peter Gabriel, dobbiamo fare un discorso più ampio su quanto costino gli appuntamenti live. Eliminiamo la retorica e riconosciamo un dibattito: è questo che dovrebbe fare il Napoli, mostrarsi un filo più aperto alla discussione ma solo se questo non implichi l’accettazione di cose inaccettabili e in questo De Laurentiis va sostenuto, così come la Roma, la Lazio, in passato la Juventus (episodio del tifoso che mimò l’aeroplano di Superga). Ci sono segnali, è giusto che il calcio italiano li colga. So che molti non sono d’accordo, parlano degli anni Ottanta quando si poteva entrare negli stadi col coltellino per tagliare il panino. Ma il mondo cambia, ho il diritto di entrare e di non essere menato se non canto contro De Laurentiis. Ci sono società italiane che stanno procedendo nella direzione giusta”.
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