Il (pro)fumo di Londra avvolge in una nube impenetrabile ma in quel mese esatto che separa dal Big Ben c’è la possibilità, la volontà, di rimuovere ogni velo e completare l’opera: le priorità le decidono (quasi) gli altri, però nella strategia della B&B in salsa partenopea, la precedenza va al difensore, al centrale da affiancare al gruppo già composto con il quale avventurarsi nella sfida con la Juve. Indietro, nonostante tutto, c’è posto: Fernandez ha una valigetta in una mano e dunque l’avvicendamento con lo spagnolo sarà automatico e servirà per arricchirsi ulteriormente di certezze. Per lasciare che alle spalle di Cannavaro e di Albiol – i titolari annunciati – si mostrino altri muscoli.
SUD AMERICA E OLD ENGLAND – L’occhiata, inevitabilmente, va laggiù, in quella terra che al Napoli tanto ha dato e altrettanto offre: l’ultima idea conduce a Gino Peruzzi (21) del Velez, un ginocchio messo maluccio però una serie di indicazioni sufficienti per crederci ancora. Ma servirà aspettare, perché questi trenta giorni che mancano per congedarsi dagli affari verranno caratterizzati dalle inevitabili riflessioni. Un argentino che va – Fernandez verso il Getafe o a chi offre di più – e uno che potrebbe arrivare, nella logica di un turn-over con una scuola di calcio e di pensiero assai affine a quella italiana, partenopea in particolare. Sui taccuini restano sottolineati altri nomi: il più autorevole è quello di Eder Alvarez Balanta (20), colombiano di casa al River Plate, talento baciato dagli dei per il quale c’è la ressa e – soprattutto – un prezzo altissimo da pagare: l’investimento è massiccio, poco meno di 10 milioni, e il rischio che si corre con un ventenne rientra nella meditazione imposta da una manovra del genere. Il mondiale under 20 ha provveduto a far pubblicità al ragazzino e il Napoli – come altre – è rimasto abbagliato dalla facilità di calcio, dalla capacità di far reparto con una naturalezza che però vuole essere pagata a peso d’oro. Altrimenti si può andare sull’usato sicuro e nella categoria rientra Martin Skrtel (29) che porta con sé una serie di controindicazioni: i 29 anni circa (li compirà a dicembre) non rispondono alla filosofia del club e l’ingaggio – di 4 milioni di euro – è pregiudizievole, un ostacolo rilevante, quasi insuperabile. Però poi ci sono quei 6 anni con il Liverpool, la padronanza a misurarsi ad altissimi livelli, l’amicizia con Hamsik: potrebbero non bastare per svoltare con decisione per trasformare un desiderio della prima ora in contratto. Per ora l’intenzione viene lasciata galleggiare in quel mare magnum di ipotesi e lo slovacco ha comunque un suo elevatissimo gradimento manifestato dall’allenatore: per accelerare, servirebbe un gesto d’amicizia del Liverpool, che pretende tanto (12 milioni). Il prestito (oneroso) rappresenterebbe una forma di seduzione.
BELLA GIOVENTU’ – La mentalità non è mutata e al Napoli non si lasciano pregare, invece, se bisogna provarci con un ventenne: è andata maluccio, nelle ultime stagioni, con Fideleff, con Fernandez e con Uvini: però, adesso, c’è l’investitura di Benitez e Tiago Ilori (20) si ritrova tra i papabili per un posto, per valutazioni a presa rapida.
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