C’è una doppia anima nel Napoli. C’è quella multietnica, composta dai nuovi acquisti, che fanno quello di Benitez il Napoli meno italiano di sempre, con una formazione composta potenzialmente, da giocatori stranieri. Accanto ad essa c’è l’anima italiana, soprattutto partenopea, composta innanzitutto da Paolo Cannavaro e da Lorenzo Insigne. Entrambi napoletani, tifosi e calciatori, la maglia azzurra come seconda pelle. E una situazione contrattuale in itinere, con il capitano a caccia di certezze e il fantasista vicino ad un rinnovo promesso da un anno. Paolo Cannavaro, con Marek Hamsik e Christian Maggio, forma lo zoccolo duro del Napoli di De Laurentiis ma anche la spina dorsale residua della squadra di Mazzarri. L’arrivo di Albiol e il probabile acquisto di un ulteriore rinforzo rende meno solida la posizione del capitano, legato anche ad un contratto “particolare”, che i manager Fedele vorrebbero presto rivedere. Arrivato in serie B, rifiutando proposte dalla A, nel 2006, il 32enne ha raccolto sin qui 274 presenze nel Napoli, entrando di fatto nella top ten della storia del club (è sesto a una presenza da Gramaglia e a 48 da Ferrara), sposandone progetto e crescita progressiva negli anni. L’ultimo rinnovo contrattuale è ormai datato di oltre due anni: il 17 febbraio del 2011 lo allungò sino al 2015, con ingaggio di 900mila euro più bonus. Una clausola, tuttavia, infastidisce non poco, soprattutto alla luce delle poche certezze di impiego connesse alla nuova era-Benitez: essa prevede che lo stipendio venga dimezzato, nell’ultimo anno di contratto, se nella stagione che sta per iniziare il difensore non riuscisse a mettere insieme 23 presenze. Un’inezia in tempi “mazzarriani”, quando il capitano poteva vantare una media di 40-42 gare stagionali. Una preoccupazione allo stato attuale, dove le gerarchie sono saltate e la concorrenza è temibile. Ne è conseguito qualche accenno di nervosismo in Paolo, non certo per il posto da titolare non più assicurato quanto per critiche gratuite in test estivi nei quali la difesa è dovuta passare dalla linea a 3 a quella a 4. La volontà di Cannavaro è chiara da sempre: chiudere la carriera in azzurro. E, del resto, oltre alle sue indubbie qualità di difensore, rappresenta un punto di riferimento assoluto per i compagni, per la società e per la città. Il calcio è però strano: i recenti sondaggi di Zenit e Manchester City non hanno scalfito la sua fede azzurra, né il Napoli ha mai pensato di fare a meno del proprio capitano. In assenza di maggiori certezze, tuttavia, il mercato ha sempre vie infinite e non sono da escludere sorprese o addii prematuri. Sarebbero anche traumatici, per la verità, per i tifosi. Più imminente la questione contrattuale di Lorenzo Insigne: reduce da una buona prima stagione in serie A (38 presenze, 5 reti e diversi assist), il 22enne gioiellino attende il rinnovo promesso già l’anno scorso dal club, in caso di conferma con il Napoli. Lorenzo ha incantato tutti nei test amichevoli, ha convinto Benitez ed ha conquistato anche la convocazione di Prandelli. Soprattutto, è da sottolineare, ha professato amore eterno al Napoli, nelle parole e nei fatti. Dopo alcuni contatti, l’ultimo via telefono avutosi ieri, i manager di Insigne, Fabio Andreotti e Antonio Ottaiano, avranno un incontro tra venerdì e sabato con il ds azzurro Riccardo Bigon. Sul tavolo cifre e lunghezza dell’accordo: nessun dubbio sulla nuova scadenza, 2018, qualche margine di trattativa sull’ingaggio. Insigne guadagna 700mila euro e punta ad un aumento sostanziale, soprattutto dopo le offerte di Sunderland (2 milioni a stagioni al giocatore, 15 al Napoli), i sondaggi di altri club italiani (Fiorentina) ed esteri (Malaga) e la crescita esponenziale del rendimento. De Laurentiis lo ha sempre esaltato e difeso e non lo lascerà scappare via, provando ad accontentarlo. Il Napoli punta sul talento e sulla napoletanità di Insigne.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
R.D.G.
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