«A me non piace chi deve esaltarsi sentendo il rumore dei nemici, non mi piacciono quelli che ogni volta che perdono se la prendono con l’arbitro o con la sfortuna. Per questo amo quelli come Benitez e Ancelotti e faccio fatica a digerire molti allenatori che girano in questo mondo». Gigi Simoni nel calcio ci sta dal 1955. Antico maestro di fairplay, ora da direttore tecnico, sta provando a riportare in serie B la gloriosa Cremonese. «Ed è molto più semplice questa impresa che riuscire a far smettere Mourinho di parlare male dei suoi colleghi».
Simoni, questione di stile o cos’altro?
«Noi eravamo gente che reagiva di pancia. Litigavamo qualche volta, per un gesto o una parola sentita. Ma finiva lì. Adesso gli allenatori studiano tutto a tavolino, preparano discorsi e provocazioni. Fanno polemiche per nascondere le proprie sconfitte e spostare altrove le attenzioni. Non a caso quelli che vanno per la maggiore sono spesso quelli che parlano meglio».
La sensazione è che siano quelli a lei meno simpatici?
«È così. Non sa quanti allenatori proprio non mi andavano giù. Ma mica andavo a dirlo in giro ai giornalisti: non era corretto e certe regole di stile vanno sempre rispettate. E io credo di averlo sempre fatto».
È un appello alla serenità e ad avere un maggior senso della misura?
«Leggo di questo che attacca quell’altro e mi dico che forse è molto meglio un po’ di finta cortesia che le consuete sciabolate».
Cosa non le piace?
«Il clima pesante da congiura permanente. Se perdi è colpa degli arbitri o degli attaccanti. Invece adoro quelli come Rafa sempre sereni nelle loro analisi e sempre pronti a dire una parola a difesa dell’arbitro. Non è giusto crearsi un nemico».
Come fa Mourinho?
«Figurarsi se mi metto a fare nomi adesso. Se volevo, l’avrei fatto quando allenavo in serie A. Ce ne è stata di gente con cui ho litigato».
Che cosa non riesce a perdonare ai tecnici di adesso?
«Quelli che dopo un risultato negativo sono pronti a rimproverare pubblicamente la propria squadra, magari facendo gesti eclatanti come cancellare giorni di riposo o altro».
La tecnica del bastone e della carota?
«È quella corretta. Ma bene ha fatto Benitez a lasciar liberi per due giorni i suoi ragazzi nonostante la sconfitta di Parma. Lui è un tecnico di esperienza, sa bene che un eventuale punizione di questo tipo avrebbe potuto avere un effetto boomerang».
Lei che avrebbe fatto dopo il ko di domenica?
«Quello che ha fatto Benitez. La stagione di un gruppo va giudicata nel suo complesso, non certo per 90 minuti. Questo Napoli è stato protagonista di una stagione positiva e non vedo perché revocare i giorni di riposo».
Fonte: Il Mattino.
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