Le verità mai nascoste: Raul Albiol fu il primo big del Napoli ad ammettere la crisi post-traumatica seguita alla notte di Bilbao e, ad oggi, sembra l’ultimo a doverla ancora superare. Un dato oggettivo, più che un’idea, perché l’episodio andato in scena a Bergamo con l’Atalanta, in occasione del gol di Denis, ha ribadito la sua difficoltà. Una difficoltà tale da non sembrare vera. Eppure lo è: che incubo.
LA CRISI. E allora, viaggio nelle pieghe del crollo di uno dei pilastri del Napoli. Inutile negarlo e anche girarci intorno: Albiol, quello vero, non è il giocatore che annaspa, arranca e si fa bruciare dal caparbio, ma di certo non fulmineo Tanque. Non è il difensore che, finora, ha collezionato più critiche che complimenti. Che succede? Que pasa? «L’eliminazione dalla Champions è stato un colpo duro: manca la fiducia». Parole sue dopo la sconfitta al San Paolo con il Chievo. Parole che, sebbene la squadra abbia dimostrato di aver dimenticato, per quanto gli riguarda potrebbero essere ancora d’attualità. E pensare che la discesa irresistibile con il Verona, in stile Tomba e con tanto di assist a Higuain, aveva fatto sperare benissimo.
GLI STIMOLI. Già, i presupposti per tornare ai suoi livelli non mancano: al di là di un diluvio di rimpianti e rimorsi – soprattutto dopo il pareggio beffa con l’Atalanta – il Napoli è ancora vivo e in corsa su tutti i fronti. E a dirla tutta dovrebbe anche essere carico e incavolato nero, di quella rabbia da trasformare in onda d’urto, in vista della grande sfida di domani con la Roma. A chiudere il cerchio ci sarebbero anche le motivazioni personali: Raul, infatti, è uno dei sopravvissuti all’epurazione spagnola di Del Bosque seguita alla figuraccia mondiale. Lui è in Nazionale, sempre e comunque, e Callejon spera ancora nella prima convocazione: stimoli azzurri e soddisfazioni in Roja. Che, evidentemente, non bastano.
NON COSI’. L’ultimo atto di una caduta troppo brutta per essere vera – vale la pena ribadirlo – è andato in scena mercoledì: il gol di Denis è stato una mazzata. E d’accordo il dibattito sull’indecisione di Rafael in uscita, però è fuori discussione che certe disattenzioni non possano far parte del repertorio di un difensore esperto, anzi di un giocatore del calibro di Albiol. Qualcosa non va. Troppe cose non stanno andando, e ora tocca a Raul Albiol Tortajada, campione del mondo e due volte campione d’Europa, un passato nel Real e una bacheca piena zeppa di trofei, rialzare la testa e tornare a comandare la difesa con sicurezza. Come faceva neanche troppo tempo fa.
VAMOS RAUL. Che Benitez continui a credere ciecamente in lui, comunque, è fuori discussione: lo dice il buon senso, perché Raul sta alla difesa come Higuain all’attacco e Callejon a tutto il resto, e anche i numeri. Inequivocabili: il difensore spagnolo ha giocato finora 13 delle 14 partite che hanno visto il Napoli in azione. E sempre dal primo minuto. Titolarissimo in Champions e in campionato, e una sola volta a riposo con lo Slovan Bratislava in Europa League: a casa, neanche convocato. Poi, a full (come dicono dalle sue parti). Senza sosta. Pienone. E ciò significa che della squadra è considerato un perno; e ciò significa che deve tornare a esserlo. Vamos, Raul.
Fonte: Corriere dello Sport
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro