Corri Insigne, corri. In soli due mesi di Napoli, l’attaccante di Frattamaggiore ha già fatto impazzire tutti. In verità l’aveva fatto anche l’anno scorso ma il Pescara e la cadetteria non hanno la stessa risonanza mediatica della piazza partenopea e della serie A. Non ce ne vogliano quelli che insistono nel dire: «Andiamoci piano altrimenti si brucia», ma Lorenzinho sta dimostrando abbondantemente che è nato per fare il campione della pedata. Ormai bisogna farsene una ragione, nonostante abbia vent’anni, ha la maturità giusta per gestire qualsiasi tipo di situazione. In tanti erano preoccupati già nel ritiro di Dimaro quando Insigne faceva bene nelle amichevoli in fase di preparazione. «Bisogna vederlo nelle partite vere», affermavano i soloni del calcio. Vabbene, aspettiamo le prime giornate di campionato. Contro il Palermo e nella prima al San Paolo con la Fiorentina avrebbe anche potuto sbagliare la partenza, invece, è stato così bravo da essere considerato uno dei migliori in campo. Soprattutto contro i viola riuscì ad essere protagonista in un primo tempo dove i compagni di squadra non riuscivano proprio a sbloccarsi. In quella domenica sera arrivò anche la convocazione ufficiale di Prandelli per la Nazionale impegnata nelle due gare di qualificazioni ai prossimi mondiali che si disputeranno in Brasile. Chiunque nei suoi panni avrebbe avuto non poche difficoltà a confrontarsi con i campioni della Juventus, gente che aveva visto solo in televisione fino all’anno passato. In Bulgaria era rimasto a guardare mentre contro Malta è entrato all’inizio della ripresa. Per un giovanotto che fino all’anno scorso conosceva solo i campi di serie B sarebbe stato facile avere le vertigini nel suo esordio con l’Italia. Lorenzinho non ha subito, invece, alcun contraccolpo. È entrato in campo con la serenità che l’ha contraddistinto nella sua mini-carriera calcistica. Schierato a sinistra, ha dato vivacità ad una Nazionale che proprio non riusciva a svegliarsi. Ha mostrato qualche pezzo pregiato facendo impazzire i tifosi presenti sugli spalti dello stadio di Modena. E non c’erano così tanti napoletani. Anzi, oltre alla famiglia di Insigne c’erano solo fan del posto. Figurarsi che cosa sarebbe potuto succedere se si fosse giocato al San Paolo. Un San Paolo che gli ha già dimostrato tanto calore con una standing ovation nel finale della sfida con la Fiorentina. Si è subito “preso” i cuori di chi impazziva per Lavezzi. Il Pocho, grazie alle sue prodezze, aveva fatto impazzire un popolo che attendeva da tempo un beniamino alla Maradona. Per amor del cielo, nessun paragone, ma l’argentino si stava avvicinando al dio della pelota. Finita l’esperienza con l’Italia, Insigne ha riabbracciato Mazzarri e tutti i compagni rimasti a Castelvolturno nell’ultima settimana. Ha avuto i complimenti di tutti, a partire dal tecnico toscano. Sor Walter avrà il suo bel da fare a tenerlo fuori con il rientro di Pandev. È giusto che Lorenzo si metta in fila e lasci spazio ad un campione affermato e vincente come il macedone. Si deve mettere in conto, però, che uno come lui è un valore aggiunto per tutti. Ha la capacità di cambiare le sorti della gara con le doti che il Signore ha deciso di dargli. Sì perché il talento è innato. Deve solo aspettare il suo momento. Contro il Parma partirà in panchina ma Mazzarri ha avuto l’ennesima riprova che ha in rosa un talento che non ha bisogno di conferme. Dall’alto della sua esperienza l’allenatore non può trascurare le qualità di un attaccante già pronto per i grandi palcoscenici. Ormai si è capito che non lo spaventa nulla. Ha evidenziato ancora di più che se uno è calciatore vero lo dimostra in C, B, serie A e in Nazionale. Che si tratti di Under 21 o dell’Italia di Prandelli. Non resta, dunque, che goderci questo ragazzo invidiato già da tutte le big italiane che fanno a gara per vincere lo scudetto. E se anche Del Piero dice che diventerà campione allora bisogna crederci veramente.
Fonte: Salvatore Caiazza per Il Roma
La Redazione
M.V.
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