Va bene ma non va meglio, perché a questo punto della stagione, e dopo due giornate di assoluto riposo, le uniche risposte può darle il campo. Appuntamento a Castelvolturno, si ricomincia, allenamento «normale» per valutare la situazione infortunati, per capire come far orientare il cuscino, per organizzare una squadra che possa andare a giocarsela a «Marassi» contro la Sampdoria avendo coscienza della propria forza. Il medico ha un suo ruolo, stavolta, e deciderà un po’ il dottor De Nicola ed un po’ lo aiuteranno a decidere i diretti interessati: meno due al big ben, il mondiale è dietro l’uscio e rischiare sarebbe folle, autolesionistico.
ATTENTI A QUEI TRE. Si riparte da Albiol, Behrami e Higuain (in ordine alfabetico e scalando il campo dalla difesa all’attacco) e con tanto di sensazioni che arriveranno un po’ da loro e un po’ dal bollettino di giornata. Albiol ha avvertito un affaticamento sul quale non conviene insistere, per non trasformare l’impedimento in noia muscolare: è più no che sì, ma il richiamo del campo può avere un suo peso. Behrami va considerato fuori dai giochi, a meno di clamorosi ed imprevedibili miracoli: l’ecografia della settimana scorsa lo tiene in infermeria, dove è probabile che sia costretto a restare sino alla fine del campionato, per concedersi le terapie salutari che conducono al Mondiale. E Higuain può aver smaltito l’acciacco di san Siro, quella randellata rimediata nel fortuito scontro con Andreolli: stavolta è ni, che come sapete vuol dire poco o tutto.
FUORI IN DUE. Le scelte obbligate sono altre: cercasi un difensore che sostitusica Britos e poi anche un mediano che prenda il posto di Dzemaili. I cartellini gialli, ad un certo punto, diventano insostenibili, e l’uruguayano e lo svizzero, che avrebbero potuto godere di magliette da titolare, hanno pagato il pedaggio contro il Cagliari: Benitez ha già interrogativi proprio in quei ruoli e dunque qualcosa dovrà inventarsi, senza chiaramente snaturare il Napoli. Il cuscino sa sempre dove e come andare a parare a quella che in tempi normalissimi sarebbe sembrata emergenza: ma quando il gioco ha smesso d’esser duro, mica si può caricare duramente una vigilia priva d’ogni stress?
Fonte: Corriere dello Sport
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