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Si allarga lo scandalo scommesse partendo dagli assegni di Buffon

Potrebbe esistere un altro giro di personaggi, calciatori ma non solo, che puntavano sulle partite avendo informazioni certe sul risultato

Viene da pensare che le scommesse siano un virus che si riproduce. Non fai in tempo a cercare il rimedio, come provano a fare i pubblici ministeri di Cremona, Bari e Napoli che indagano da un anno sul fenomeno, ed ecco che spuntano nuovi sospetti. Ora anche la Procura di Torino ha aperto ufficialmente un’inchiesta sul calcio scommesse. L’ipotesi dei pm è che potesse esistere un altro giro di personaggi, calciatori ma non solo, che puntavano sulle partite avendo informazioni certe sul risultato. Così si spiegherebbe la perquisizione di venerdì nella tabaccheria di Parma di cui è titolare Massimo Alfieri, finora l’unico iscritto al registro degli indagati con l’accusa di “frode sportiva”. E i sospetti potrebbero essere legati al flusso intenso di denaro e all’ammontare altissimo delle somme vinte rispetto a quelle giocate nella ricevitoria (circa l’83%) negli ultimi 14 mesi. Un dato “anomalo”.

SPUNTO — Si è partiti dagli assegni (14 bonifici tra 50 mila e 200 mila euro, per un totale di 1 milione e 585 mila euro) versati da Gigi Buffon ad Alfieri tra gennaio e settembre del 2010 (secondo la difesa “soldi a un amico per acquisti privati”), ma poi si è andati oltre. Tanto che il portiere della Juventus e della Nazionale non è indagato né citato nel verbale di perquisizione consegnato ad Alfieri, e alla fine potrebbe anche risultare estraneo alla vicenda. Di sicuro la Procura di Torino lavorava sottotraccia da tempo. Il controllo della Guardia di Finanza sui conti correnti del portiere azzurro sarebbe stato ordinato il 13 giugno 2011, a pochi giorni dallo scoppio dello scandalo scommesse di Cremona. Mentre la richiesta da parte del pm Cesare Parodi di trasmettere gli atti, in particolare l’intercettazione in cui l’ex allenatore dei portieri ravennate Nicola Santoni (coinvolto con Doni nelle presunte combine dell’Atalanta) cita Buffon dicendo “gioca anche lui… 100-200 mila euro al mese”, è datata 29 dicembre 2011.

FASE CALDA — Nel frattempo le indagini a Torino sono continuate. Non è escluso che vi siano state anche intercettazioni. La perquisizione di venerdì (anche in casa di Alfieri) sarebbe legata alla necessità di “blindare” la situazione. Sequestrando scontrini, ricevute di pagamento, moduli anti-riciclaggio, che ora sono al vaglio della Finanza. Presto sapremo se è stato scoperchiato un altro vaso di Pandora. E se c’era un’altra “centrale” per giocate come quelle scoperte da Cremona oppure no. Su Buffon bisognerà invece capire se abbia scommesso, anche avvalendosi di soggetti terzi, e che tipo di scommesse eventualmente abbia fatto: l’illecito sportivo scatta infatti solo per le puntate sul calcio. Avere usato assegni – “il modo più sicuro per farsi tracciare”, ha detto l’avvocato difensore Marco Corini – è un punto a suo favore.

 SBALORDITO — Intanto Alfieri ieri era a Torino per formalizzare la nomina a difensore dell’avvocato Gilberto Lozzi, noto docente universitario. Per ora il pm non l’ha convocato per interrogarlo, aspetterà l’esito degli accertamenti sul materiale sequestrato. “Sono sbalordito”, ha detto Alfieri al legale. “Ritiene di essere perfettamente in regola – spiega Lozzi -. Ha ricevuto delle scommesse sportive del tutto lecite. Tra l’altro quelle sul calcio erano solo il dieci per cento del totale”. L’avvocato considera “discutibile” l’attribuzione della competenza territoriale a Torino ed è pronto a fare ricorso contro il decreto di perquisizione. Inoltre Alfieri gli avrebbe confermato di conoscere da tempo Buffon, spiegando che i Rolex acquistati dal portiere con una parte delle somme provenivano da una sua collezione privata.
Fonte: gazzetta.it
La Redazione
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