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Show azzurro al Franchi. Il Napoli passa a Firenze, crac Insigne

E’ di nuovo il momento del Napoli. Ieri sera ha ripreso il terzo posto, lasciato alla fine del campionato scorso, dopo aver battuto la Fiorentina con un’ora di calcio d’attacco, un calcio alla Benitez. Ha vinto con un altro guizzo di Gonzalo Higuain, decisivo ieri come lo era stato la settimana scorsa contro la Roma, ma è stata la squadra, tutta insieme, a spingere per fare un altro balzo in classifica, con l’ottavo risultato utile consecutivo e la quinta vittoria nelle ultime otto gare. Per immaginarne un futuro ancora più ambizioso resta però da risolvere qualche problema, come, per esempio, la mezz’ora finale lasciata alla Fiorentina, riemersa dai disastri iniziali con i cambi della ripresa, con Pizarro, Gomez e Pasqual al posto di Aquilani, Ilicic e Alonso, i primi tre tutti oltre la sufficienza, gli altri tre tutti molto al di sotto. Gomez ha centrato la traversa con un colpo di testa: il pareggio avrebbe tolto al Napoli due punti sudati e guadagnati nei primi 60 minuti, ma su quel finale Benitez dovrà riflettere.

60’ DI SOLO NAPOLI. Dieci minuti di equilibrio, poi la partita è scappata dalla parte del Napoli e per la Fiorentina è diventato impossibile riprendere il gioco. Dopo 45’, la squadra di Benitez aveva concluso 11 volte, segnato un gol in fuorigioco con Higuain (ma pizzicarlo è stato una prodezza del guardalinee Dobosz) e costruito almeno tre nitide occasioni. Non era lo stesso primo tempo della scorsa settimana contro la Roma, ma anche ieri per quei 60 minuti è stata padrona del gioco fino a rendere inerme la Fiorentina, improduttiva con i suoi esterni Ilicic e Cuadrado e in soggezione in mezzo al campo con Aquilani regista, davanti alla difesa, in un ruolo che gli sta addosso come un vestito XXL a un adolescente.

SOLO INTENZIONI. E’ vero che rispetto ai primi due anni Montella ha cambiato gioco, si copre di più, attacca con più equilibrio, ma ieri, prima di prendere il gol da Higuain, lo ha fatto solo in contropiede, sbagliando un paio di conclusioni con Babacar e Ilicic. Troppo poco. Le intenzioni del tecnico sembravano piuttosto bellicose, con i due esterni messi nel primo tempo sulle fasce a piedi invertiti (Cuadrado a sinistra per il destro e Ilicic a destra per il sinistro) per arrivare al tiro col piede migliore dopo i tagli al centro, e con un altro semi-fantasista come Mati Fernandez in mezzo, ma le intenzioni sono rimaste tali per la pressione e la forza del Napoli.

GLI ESTERNI. La squadra di Benitez ha tenuto palla a buon ritmo, facendola girare rapida sugli esterni dove Insigne, prima dell’infortunio, stava creando più di un problema alla difesa viola. Ma nemmeno quando Mertens ha preso il suo posto la situazione è cambiata. Convergendo su Higuain, il belga e Callejon scombinavano la già scombinata difesa della Fiorentina. Non c’era opposizione, non c’era brillantezza, anche sul piano fisico i viola sembravano in difficoltà, ma ancora di più lo erano a livello tecnico con i continui errori di Alonso, Gonzalo Rodriguez e Aquilani. Non si poteva nemmeno chiamare in causa la fatica di Europa League, visto che i due allenatori avevano fatto 8 cambi a testa rispetto al giovedì di Coppa. E quello che non si capiva, nella Fiorentina, era questa sua assurda natura doppia: grande in Europa (prima qualificata delle 6 italiane con due turni d’anticipo), pessima in campionato, con 4 sconfitte in 11 giornate e col 3° posto che ora è davvero lontano, se non sfumato, quasi.

I CAMBI. I viola sono arrivati al primo tiro in porta dopo un’ora con Cuadrado, spostato da Montella sulla sua fascia naturale, quella di destra, con Ilicic più al centro, a ridosso di Babacar. Un minuto prima del gol di Higuain (assist di Tomovic…), Neto aveva fatto il fenomeno su un rigore in movimento di Hamsik. Solo a quel punto Montella ha iniziato la serie dei cambi (modulo compreso: difesa a tre) che hanno portato la squadra nel centrocampo del Napoli, anche se con un calcio caotico, nato anche dalla nuova spinta di Cuadrado. Pizarro ha preso subito l’iniziativa, Gomez (traversa di testa) ha portato peso e pericolo in area avversaria ed è stata di Pasqual l’ultima grande occasione per acciuffare il pari con un tiro respinto sulla linea da Koulibaly: ma all’inizio chi aveva messo in campo Montella? I cambi di Benitez non hanno avuto lo stesso effetto. Ecco perché il Napoli non può ancora sentirsi grandissimo. Mezz’ora di Fiorentina poteva frenare la sua corsa.
Fonte: Corriere dello Sport

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